«Immigrati, facciamo poco»
Autocritica di Achammer. Il mediatore Gaye: attiviamo il centro anti-discriminazioni
«L’ ambito in cui sono meno soddisfatto è quello dell’integrazione», ammette l’assessore Philipp Achammer nel suo bilancio di metà legislatura. Il mediatore culturale Gaye chiede «di attivare al più presto il centro anti-discriminazione». Nel settore cultura l’Obmann auspica la creazione di una consulta culturale unica.
BOLZANO «L’ ambito in cui sono meno soddisfatto di ciò che ho fatto è quello dell’integrazione. Dobbiamo ancora fare molto, e nei prossimi due anni e mezzo lo faremo». Nel fare il bilancio del «primo tempo», e cioè dei primi 30 mesi di lavoro nella giunta Kompatscher, Philipp Achammer ha voluto fare una sorta di consacrazione definitiva del «nuovo stile» improntato al dialogo e al superamento della logica dell’«uomo solo al comando». Sul palco, assieme a lui, oltre alla moderatrice Petra Rohregger, tre persone: il direttore della scuola superiore agraria di Ora, Franz Tutzer, l’operatrice culturale Sabine Gamper, e il mediatore Mamadou Gaye. Sia ben chiaro: non sono mancati i giudizi positivi sull’assessore per il suo operato, ma, cosa rara in una conferenza stampa, sono anche emerse alcune criticità nei tre settori di sua pertinenza: formazione, cultura e integrazione. E in quest’ultimo Achammer ha fatto l’autocritica più severa.
Nel suo intervento Gaye ha definito l’integrazione «un processo complesso che proprio per questa ragione richiede l’elaborazione di un progetto affinché vi siano per tutti regole riconosciute e condivise. L’accordo sull’integrazione, approvato pochi giorni fa dalla Consulta, tocca tutti gli aspetti della vita delle persone che vivono in Alto Adige, anche naturalmente di coloro che vi sono immigrati».
Per la prima volta l’accordo considera la migrazione come un fenomeno che «non riguarda solamente i migranti ma anche la popolazione locale». L’aspetto negativo è stato «lo scarso coinvolgimento delle associazioni degli immigrati nell’elaborazione del documento». Quanto al tema profughi è stato relegato solo al sociale e al settore dell’accoglienza, mentre questo dovrebbe essere anche pertinenza dell’integrazione» (Achammer annuiva vistosamente). Per quanto attiene al futuro Gaye ha auspicato un maggior coinvolgimento dei migranti nei temi che li riguardano direttamente ed una maggiore consapevolezza da parte di tutti che la migrazione è un processo che presuppone una responsabilizzazione sia da parte dei migranti che della popolazione autoctona, ricordando che i «migranti versano alla società tasse e contributi in misura maggiore rispetto alle prestazioni sociali che ricevono». Un altro aspetto, secondo il mediatore, è rappresentato dall’urgenza che l’Osservatorio contro le discriminazione, insediato solo virtualmente presso il Consiglio provinciale, «trovi finalmente attuazione ed analogamente che vengano definite le norme di attuazione riguardanti la mediazione interculturale».
Achammer ha sottolineato che «l’aggravarsi della discussione pubblica a cui oggi assistiamo in Europa rappresenta un vero e proprio veleno per la convivenza. Per questa ragione la politica deve prendere una posizione chiara e controbattere in maniera chiara tutte le affermazioni che vanno contro la pacifica convivenza».
Uno strumento importante per l’integrazione secondo l’assessore è l’apprendimento linguistico. «Ma poi — ha detto — se stanziamo 1,5 milioni per effettuare i corsi ricevo 100 mail che mi dicono che per “quelli” non dobbiamo spendere così tanti soldi. L’apprendimento linguistico è, invece, fondamentale per l’integrazione e noi dovremmo andare avanti». Secondo Achammer «l’obiettivo prioritario per l’immediato futuro è rappresentato dalla realizzazione pratica del Patto per l’integrazione che dovrà vedere coinvolti, in egual misura, la popolazione residente e le associazioni degli immigrati». Fondamentale, infine, anche «portare avanti il lavoro per il centro antidiscriminazione».
Il mediatore «Auspico un maggior coinvolgimento dei migranti nei temi che li riguardano»