La scuola valuta il ricorso: «No comment» Borga cauto: «Solo un mancato rinnovo» L’Arcigay: «Lgbt tutelati dalle religioni»
TRENTO «Non ci troviamo di fronte a un licenziamento, ma solo al mancato rinnovo di un contratto». L’unico dato certo della vicenda che ha coinvolto l’istituto Sacro Cuore di Trento, come sottolinea Rodolfo Borga, al momento è questo. Il capogruppo in consiglio provinciale di Civica Trentina spiega che «dalla lettura dell’ordinanza si evince che la decisione del giudice sarebbe stata assunta solo sulla base di alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa, per altro credo in buona fede e ingenuamente» sottolinea Borga, secondo il quale «questo elemento andrebbe valutato molto bene». Al di là del contenuto della vicenda, il consigliere provinciale ricorda che «ci troviamo di fronte a un procedimento ancora in corso» quindi sarebbe prematuro esprimere giudizi, come lo è anche «affermare che un’ordinanza su tale questione possa pregiudicare l’immagine del Trentino» nonostante l’eco nazionale che ha sollevato a livello nazionale. La notizia ha fatto il giro del web diventando oggetto di condivisione da numerosi utenti dei social network, tra cui anche la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, eletta in Toscana con il partito democratico. I responsabili della scuola trentina, in piazza Verzeri, si trincerano al momento dietro al silenzio preferendo evitare di commentare la sentenza, anche se pare si stia valutando la possibilità di un ricorso contro la condanna. Plaude al pronunciamento Gabriele Piazzoni (nella foto con Paolo Zanella). Il segretario nazionale di Arcigay parla di «una sentenza importante, una parola definitiva su una storia che deve riaprire un dibattito politico. Si mette in chiaro che nessuna convinzione religiosa può legittimare la discriminazione di una persona gay, lesbica, bisessuale o trans, anche all’interno di un luogo che su quella religione è fondato». La lista «L’Altra Trento a sinistra» chiede l’immediata sospensione del finanziamento della Provincia al Sacro Cuore e l’utilizzo di quei fondi per le scuole pubbliche della città. Definisce la sentenza «storica» Fabrizio Bocchino, senatore di Sinistra Italiana-Altra Europa con Tsipras.