AlpenBank, nervi tesi Cinque dirigenti lasciano Atzwanger: siamo solidi
Contratto di solidarietà e strategie commerciali nel mirino. Atzwanger: «Il business è solido»
Cinque licenziamenti, tra cui Hans-Christoph von Hohenbühel, in Alpen Bank dal 2000 e già vicedirettore. Con lui, a dimettersi dall’incarico, quattro colleghi. Dopo 16 anni lasciano la succursale di piazza del Grano specializzata in Private Banking e, insieme, irrobustiranno la sezione altoatesina di Azimut. A spingere i cinque dimissionari verso la concorrenza ci sarebbero «il disaccordo sulle strategie e la mancanza di un business plan chiaro». L’amministratore Atzwanger: rimaniamo solidi.
BOLZANO Cinque licenziamenti, tra cui Hans-Christoph von Hohenbühel, in AlpenBank sin dal 2000 e già vicedirettore. Con lui, a dimettersi dall’incarico, altri quattro colleghi. Dopo sedici anni lasciano la succursale di piazza del Grano specializzata in Private Banking e, insieme, irrobustiranno la sezione altoatesina di Azimut.
A spingere i cinque dimissionari verso la concorrenza ci sarebbero «il disaccordo sulle strategie e la mancanza di un business plan chiaro» e l’accordo di solidarietà — firmato dopo un primo tentativo vanificato e una delicata trattativa con Fabi — con l’obiettivo di risparmiare 240.000 euro nel 2016 e 400.000 nel 2017. Tutto ciò per fronteggiare una perdita di 433.566 euro nel bilancio 2015. Un deficit, spiega Michael Atzwanger, legato ai grandi investimenti condotti dal 2011 e in via di riassorbimento. «La banca è solida e il business cresce, la redditività non c’è ancora ma sta arrivando», rimarca il responsabile della succursale di Bolzano nonché membro del consiglio di gestione.
La lettera d’addio
Le dimissioni, effettive dallo scorso 27 settembre come riporta il quotidiano online Salto.bz, sono state comunicate dall’amministratore delegato, Michael Atzwanger, ai soci della banca. Ovvero Raiffeisen Landesbank Tirol (che detiene il 49,9993%), Raiffeisen dell’Alto Adige (49,9993%) e Raiffeisen Centrobank (0,0014%). Una scelta, quella delle dimissioni, maturata dopo mesi di trattative sul contratto di solidarietà. «Ma non è solo la solidarietà, che avremmo sottoscritto così come accade in altri contesti in cui si deve intervenire per il benessere aziendale — spiega HansChristoph von Hohenbühel — Sono piuttosto il disaccordo sulle strategie e la mancanza di un business plan ad averci spinto a una scelta anche dolorosa dopo sedici anni in AlpenBank».
La trattativa con Fabi
Alle spalle c’è, quindi, un’estate movimentata nella definizione dell’accordo di solidarietà. Dopo la prima vota- zione dei lavoratori che hanno bocciato il piano, l’accordo è stato ratificato il 19 settembre. Nel dettaglio, nell’ottica di contenere i costi del personale ed evitare l’estrema ratio dei licenziamenti, si prevede una decurtazione del salario annuale che oscilla tra il 15 e il 20%. La durata è biennale e nel 2016 i risparmi previsti ammontano a 240.000 euro, mentre nel 2017 si arriva a 400.000 euro. Una «stretta» sui costi delle risorse umane per raggiungere gli obiettivi di budget prefissati e ridurre le perdite (al lordo delle imposte parliamo di 732.000 euro nel 2014 e 433.566 nel bilancio 2015).
«Siamo forti»
L’addio dei cinque dirigenti, da anni in AlpenBank, verosimilmente avrà dei contraccolpi nella clientela che potrebbe seguire i consulenti di riferimento. Atzwanger tuttavia rimarca con ottimismo i numeri della banca che, ad oggi, conta un portfolio di 1,1 miliardi. «La banca è forte — dice — ha un capitale sociale oltre il 13% ed è cresciuta moltissimo negli ultimi anni». Resta, però, un nodo. «Quello dei rendimenti — spiega — Non facciamo ancora guadagnare i soci e per questo motivo siamo intervenuti anche con il contratto di solidarietà, sottoscritto per primi proprio dai consiglieri di gestione».
Obiettivo pareggio
Per quanto riguarda, invece, i dati del bilancio, Atzwanger spiega il senso delle operazioni condotte. «La banca ha una leggera perdita da un paio di anni, dovute all’investimento che s’è fatto: scelte, vale la pena di sottolinearlo, approvate dal consiglio di sorveglianza. Noi abbiamo un progetto e stiamo arrivando al Break Even (il pareggio, ndr): il prossimo anno saremo tornati all’utile».
Promozione finanziaria
Negli ultimi anni la banca ha cambiato strategia, puntando sulla promozione finanziaria al di là del segmento di private banking. «La strategia e la volontà di lavorare con i promotori finanziari sta portando i frutti che ci aspettavamo, abbiamo triplicato le masse negli ultimi cinque anni, la redditività non c’è ancora ma sta arrivando». Tant’è che Atzwanger conclude rimarcando un concetto: «La banca è solidissima».