Profughi, Bolzano «alleggerita»
Entro l’anno 300 trasferimenti in periferia. Il prefetto: criteri, nessuno sconto
Il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica ha stabilito ieri che entro la fine dell’anno almeno 300 profughi saranno redistribuiti in provincia, fra San Candido, Bressanone e Laives. Il prefetto Elisabetta Margiacchi ha richiamato tutti i partecipanti al tavolo a una maggiore collaborazione e al rispetto delle norme che regolano l’accoglienza.
BOLZANO Il piano del commissariato del Governo è chiaro: redistribuire entro gennaio 2017 in tutta la provincia 300 migranti oggi ospitati sul territorio comunale di Bolzano.
Si tratta dei 120 che dovranno abbandonare l’hotel Alpi — in vista della realizzazione del progetto Benko per via Alto Adige — più altri 180 oggi collocati in strutture comunali. Le destinazioni finali contemplano sia le caserme individuate a San Candido e Bressanone, che saranno pronte fra la metà di novembre e l’inizio di dicembre, sia l’edificio della zona industriale di Laives designato dal sindaco Christian Bianchi per l’accoglienza dei migranti destinati al Comune della Bassa Atesina. Per quanto riguarda il comune di Bolzano, da un lato è stato chiarito che la struttura Alimarket in zona industriale non verrà utilizzata — si trattava di una struttura messa a disposizione per eventuali situazioni temporanee e emergenziali, ad esempio la chiusura del Brennero da parte dell’Austria e il conseguente incremento di presenze su Bolzano come avvenuto a Como e Ventimiglia — dall’altro sono stati presi ulteriori provvedimenti nei confronti dei responsabili della rissa di sabato sui prati del Talvera. La prefettura ha disposto nei loro confronti — oltre all’emissione di tre fogli di via obbligatori — l’allontanamento dalle strutture di accoglienza e l’estromissione dai programmi di accoglienza. La diretta conseguenza di questo provvedimento però — visto dalla prefettura come deterrente ma in verità potenzialmente peggiorativo delle condizioni di sicurezza in città — è che queste persone finiranno sulla strada, perdendo ogni possibilità di rientrare in percorsi di integrazione. Con il coordinamento della questura infine la prefettura ha disposto un inasprimento dei controlli «a tutela dell’ordine e sicurezza del decoro urbano in un dispositivo di gravitazione sui prati del Talvera ai fini di prevenzione, controllo e repressione di qualsivoglia comportamento illecito o contrario al pubblico decoro».
Nell’ambito del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica tenutosi ieri in prefettura a Bolzano il presidente del Consorzio dei Comuni Andreas Schatzer ha assicurato al sindaco Renzo Caramaschi la massima collaborazione di tutti i municipi altoatesini per sgravare Bolzano dal carico cui si trova attualmente sottoposta e di cui proprio il primo cittadino aveva avuto modo di lamentarsi in passato. «I migranti saranno sistemati in provincia in strutture con capienza media non inferiore a 25 unità, anche in considerazione delle dimensioni del comune ospitante» ha garantito Schatzer. Alla riunione presieduta dal commissario del Governo Elisabetta Margiacchi e focalizzata soprattutto sulla gestione dei migranti «fuori quota» hanno preso parte, oltre a Schatzer e Caramaschi, anche i colleghi della giunta bolzanina Christoph Baur e Sandro Repetto, il vice comandante della polizia municipale Martin Schwienbacher, il vice presidente della giunta Christian Tommasini con il capo ripartizione Luca Critelli, nonché gli esponenti delle forze dell’ordine.
«Occorre responsabilmente prendere atto dell’inevitabile esigenza di assumere, ognuno per la propria parte, i non facili compiti derivanti dalla gestione del fenomeno migratorio, evitando comprensibili ma dannosi tentativi di deragliamento dagli attuali parametri del sistema di accoglienza, che, ad oggi, non conosce alternative percorribili. Ciò senza escludere accorgimenti volti all’alleggerimento del Comune capoluogo che, per ragioni anche prettamente geografiche, ha ad oggi sopportato il carico maggiore e, a volte, quasi esclusivo, dell’accoglienza» ha chiarito il prefetto, in un non troppo velato richiamo da un lato alle lamentele del sindaco Caramaschi, dall’altro alle dichiarazioni di «insubordinazione» da parte della Caritas rispetto all’accoglienza dei «fuori quota» e infine anche alla Provincia stessa, anello di trasmissione fra capoluogo e Comuni, chiamata a un maggiore coinvolgimento di tutti i municipi altoatesini nei programmi di accoglienza. Oggi, infine, il vertice Kompatscher-Alfano a Roma.
Norme da rispettare Margiacchi ha chiesto a Comune, Provincia, Caritas e associazioni di fare la propria parte