«Scuola, un concorso riservato agli abilitati»
Rossi chiede al governo una norma di attuazione per assegnare le cattedre vacanti. Interessati oltre 700 docenti
TRENTO Una norma di attuazione che consenta alla Provincia di bandire un concorso riservato per il reclutamento di insegnanti già abilitati alle università di Trento e Bolzano che, in base a una prima stima della Uil, oscillerebbero tra i 700 e gli 800. La proposta verrà presentata dalla giunta al governo. Il presidente Ugo Rossi si augura un iter rapido in modo da coprire in tempi brevi i posti rimasti liberi.
Sembra dunque aprirsi uno spiraglio per le molte centinaia di insegnanti bocciati al recente concorso. Un concorso che ha fornito solo in parte gli esiti sperati: quasi la metà dei candidati non ha infatti superato le prove selettive tanto che sono rimasti vuoti molti posti dei 477 accantonati per i vincitori. Con un paradosso: gli esclusi continueranno a insegnare come precari.
Impraticabile l’ipotesi di un nuovo concorso non in contemporanea con una medesima modalità selettiva a livello nazionale. Il rischio di un «assalto alla diligenza» (o alla cattedra) da parte di candidati di tutta Italia non piace alla Provincia. La soluzione proposta da Rossi è quella di una norma di attuazione che consenta di bandire un concorso riservato: «Pur rimanendo sempre legati al sistema nazionale di istruzione — spiega il presidente — vorremmo avere la possibilità di assumere nuovi docenti tramite un concorso riservato destinato a chi ha già ottenuto una abilitazione in seguito ai corsi frequentati presso le università di Trento o di Bolzano. Una opportunità per chi si è formato da noi e da anni sta insegnando nelle nostre scuole».
Centinaia di precari che hanno seguito impegnativi percorsi di abilitazione: per esempio quello di tedesco comprendeva le lezioni interamente in lingua, nove esami e una preparazione complessiva certificata dall’ateneo di Bolzano.
In sostanza si tratta della proposta sostenuta con forza dai sindacati e che la Provincia di Bolzano ha già attuato («Mi auguro che il governo non impugni la norma e che non vengano presentati ricorsi da parte di singoli docenti», dice il governatore).
Il presidente ricorda che Bolzano ha una situazione differente e aggiunge: «Tale ipotesi non è perseguibile in assenza della norma di attuazione. Spero che il governo la accolga e l’approvi in tempi brevi. Poteva essere richiesta già dalle amministrazioni precedenti, ma non è stato fatto. Ci proviamo ora».
Il concorso ha tuttavia creato altri problemi di tipo gestionale: graduatorie da rifare e convocazioni da posticipare, caroselli di insegnanti che hanno messo in crisi la continuità didattica. «Abbiamo preferito velocizzare i tempi — Rossi smorza le polemiche — in modo da garantire certezze alla scuola trentina. Questa scelta ha comportato qualche disagio e qualche errore che tuttavia stiamo correggendo. Non direi però che la situazione è disastrosa, come invece si verifica in altre zone d’Italia. In fine dei conti metà dei posti adesso ha un docente di ruolo mentre prima sarebbe stato occupato da un supplente. Abbiamo riempito metà bicchiere. Con la norma di attuazione speriamo di riempire velocemente anche l’altra metà».