Corriere dell'Alto Adige

«Scuola, un concorso riservato agli abilitati»

Rossi chiede al governo una norma di attuazione per assegnare le cattedre vacanti. Interessat­i oltre 700 docenti

- Paolo Bari

TRENTO Una norma di attuazione che consenta alla Provincia di bandire un concorso riservato per il reclutamen­to di insegnanti già abilitati alle università di Trento e Bolzano che, in base a una prima stima della Uil, oscillereb­bero tra i 700 e gli 800. La proposta verrà presentata dalla giunta al governo. Il presidente Ugo Rossi si augura un iter rapido in modo da coprire in tempi brevi i posti rimasti liberi.

Sembra dunque aprirsi uno spiraglio per le molte centinaia di insegnanti bocciati al recente concorso. Un concorso che ha fornito solo in parte gli esiti sperati: quasi la metà dei candidati non ha infatti superato le prove selettive tanto che sono rimasti vuoti molti posti dei 477 accantonat­i per i vincitori. Con un paradosso: gli esclusi continuera­nno a insegnare come precari.

Impraticab­ile l’ipotesi di un nuovo concorso non in contempora­nea con una medesima modalità selettiva a livello nazionale. Il rischio di un «assalto alla diligenza» (o alla cattedra) da parte di candidati di tutta Italia non piace alla Provincia. La soluzione proposta da Rossi è quella di una norma di attuazione che consenta di bandire un concorso riservato: «Pur rimanendo sempre legati al sistema nazionale di istruzione — spiega il presidente — vorremmo avere la possibilit­à di assumere nuovi docenti tramite un concorso riservato destinato a chi ha già ottenuto una abilitazio­ne in seguito ai corsi frequentat­i presso le università di Trento o di Bolzano. Una opportunit­à per chi si è formato da noi e da anni sta insegnando nelle nostre scuole».

Centinaia di precari che hanno seguito impegnativ­i percorsi di abilitazio­ne: per esempio quello di tedesco comprendev­a le lezioni interament­e in lingua, nove esami e una preparazio­ne complessiv­a certificat­a dall’ateneo di Bolzano.

In sostanza si tratta della proposta sostenuta con forza dai sindacati e che la Provincia di Bolzano ha già attuato («Mi auguro che il governo non impugni la norma e che non vengano presentati ricorsi da parte di singoli docenti», dice il governator­e).

Il presidente ricorda che Bolzano ha una situazione differente e aggiunge: «Tale ipotesi non è perseguibi­le in assenza della norma di attuazione. Spero che il governo la accolga e l’approvi in tempi brevi. Poteva essere richiesta già dalle amministra­zioni precedenti, ma non è stato fatto. Ci proviamo ora».

Il concorso ha tuttavia creato altri problemi di tipo gestionale: graduatori­e da rifare e convocazio­ni da posticipar­e, caroselli di insegnanti che hanno messo in crisi la continuità didattica. «Abbiamo preferito velocizzar­e i tempi — Rossi smorza le polemiche — in modo da garantire certezze alla scuola trentina. Questa scelta ha comportato qualche disagio e qualche errore che tuttavia stiamo correggend­o. Non direi però che la situazione è disastrosa, come invece si verifica in altre zone d’Italia. In fine dei conti metà dei posti adesso ha un docente di ruolo mentre prima sarebbe stato occupato da un supplente. Abbiamo riempito metà bicchiere. Con la norma di attuazione speriamo di riempire velocement­e anche l’altra metà».

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Dopo il concorsone Ugo Rossi (a destra) chiederà a Roma una norma di attuazione per un concorso riservato agli abilitati. Sopra, un esame di maturità

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