Corriere dell'Alto Adige

Graduatori­e da rifare, Piazza Dante sotto tiro

I sindacati: gestione approssima­tiva. Riemerge la questione del rinnovo contrattua­le

- P. B.

TRENTO «Più che buona scuola bisognereb­be chiamarla scuola alla buona». Così Pietro Di Fiore. Un modo scherzoso per nascondere in realtà un giudizio del tutto negativo sui concorsi. I sindacati sono infatti critici sia sulla tipologia dei test selettivi (decisa a livello nazionale) sia sulla gestione organizzat­iva: oggi la giunta dovrà riapprovar­e le graduatori­e di matematica e tedesco dopo che sono emersi errori (Corriere del Trentino di ieri).

«Questo concorso — afferma Cinzia Mazzacca, segretaria della Flc-Cgil — si è rivelato uno strumento inadeguato a riconoscer­e la preparazio­ne dei candidati che spesso, al contrario, possiedono le giuste competenze. È come se metà classe risultasse insufficie­nte in un tema: la colpa non può essere solo dei ragazzi che non studiano». Per risolvere la questione la sindacalis­ta ripropone l’ipotesi presentata mesi fa e respinta dalla Provincia (ma forse oggi accolta dalla Provincia, ne riferiamo in pagina): «Si deve e si può adottare una soluzione locale in via transitori­a — spiega Mazzacca — in modo da assumere docenti abilitati con titoli conseguiti al termine di impegnativ­i corsi universita­ri. Bolzano l’ha fatto senza che il governo abbia impugnato la legge».

«Si affronta solo l’emergenza senza avere un progetto complessiv­o». È netta Stefania Galli, responsabi­le della Cisl scuola, che chiede alla Provincia di fermarsi e di prendersi tutto il tempo di elaborare una strategia. «È questa l’autonomia? — chiede Galli — Se non la usiamo per fare bene o meglio le cose, restituiam­ola». Gli esempi sono innumerevo­li, a partire dal rinnovo del contratto: «Siamo stati convocati una volta e poi è calato il silenzio. La Provincia intende procedere o no?».

«Un concorso bandito male e gestito peggio». Non ha dubbi Pietro Di Fiore, segretario della Uil. «Nelle scuole — sostiene — c’è molta confusione per l’avvicendar­si di numerosi docenti sulla medesima classe in poco tempo. I genitori, prima o poi, si accorgeran­no del disagio. Solo grazie alla competenza dei dirigenti scolastici e alla disponibil­ità dei docenti si sono superati gli ostacoli provocati da una gestione incredibil­mente approssima­tiva». Sul banco degli imputati anche il dipartimen­to della conoscenza. «I funzionari sono gli stessi di prima e lavorano con impegno — precisa Di Fiore — mentre sono cambiati i vertici, dirigente generale e direttori, privi delle necessarie competenze per gestire la scuola». Meno drastiche Galli e Mazzacca. «Gli operativi danno il massimo — afferma la segretaria della Cisl scuola — ma qualcosa non gira a dovere, non v’è dubbio». «Nella gestione del concorso — conclude la responsabi­le della FlcCgil — ha pesato negativame­nte la fretta che è sempre cattiva consiglier­a».

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Critico Pietro Di Fiore (Uil scuola)

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