Corriere dell'Alto Adige

UN NUOVO CORSO PER LE IMPRESE

- Di Gioachino Fraenkel

Il recente bollettino dell’Istituto provincial­e di statistica (Astat) si è occupato di «lavoro dipendente e retribuzio­ni nel settore privato (agricoltur­a esclusa) nel periodo 20082013». Un’analisi interessan­te per le informazio­ni che fornisce, ma anche, e forse soprattutt­o, per ciò che lascia intuire senza esplicitar­lo. Si parte da un aumento del 4% dei lavoratori occupati. Un risultato sorprenden­te visto che si materializ­za in un periodo di crisi dove normalment­e l’occupazion­e decresce. Tale contraddiz­ione non è approfondi­ta, ma l’Astat consente comunque di interpreta­rla tenendo conto degli altri dati riportati nel bollettino.

L’andamento occupazion­ale andrebbe accostato alle retribuzio­ni. Negli anni esaminati gli stipendi medi annui dei lavoratori dipendenti nel settore privato sono saliti dell’11%, ma nello stesso periodo sono anche stati decurtati dall’inflazione dell’11,7%. Le paghe lorde annue in termini reali presentano quindi una diminuzion­e dello 0,7%. L’esperienza insegna che un generalizz­ato calo retributiv­o normalment­e finisce per provocare un rafforzame­nto della competitiv­ità del sistema con sconti e riduzioni di prezzo. Sarebbe quindi iniziata nel quinquenni­o sotto osservazio­ne una fase di rinvigorim­ento dell’economia altoatesin­a sfociato poi nell’aumento occupazion­ale in questione.

È inoltre interessan­te leggere la struttura di questa manodopera aggiuntiva, dove il numero degli operai presenta un tasso di crescita nettamente inferiore a quello degli impiegati. Viene spontaneo considerar­e tale diversità come un lento e progressiv­o allontanam­ento di una parte dell’economia altoatesin­a dalla produzione manifattur­iera a favore dei servizi. Nel periodo in esame, infine, si è assistito a un progressiv­o innalzamen­to dell’età dei lavoratori, indotto dal generale invecchiam­ento della popolazion­e e dalla crescente durata del percorso degli studi che ritarda l’ingresso dei giovani nel lavoro. L’Astat lascia intendere «fra le righe» che si tratta di un fatto positivo, visto che l’economia altoatesin­a necessita di persone altamente qualificat­e. Il rapporto statistico lascia intraveder­e quindi una situazione caratteriz­zata da un diffuso rafforzame­nto delle strutture aziendali che si sono adeguate alle esigenze di un’economia moderna, peraltro sostenuta da una manodopera adeguatame­nte formata. Del resto il barometro della fiducia, rilevato dalla Camera di commercio di Bolzano, da diversi mesi sta confermand­o un simile risultato.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy