Media Archimede, polemica teatrale «Spettacolo sulla teoria gender»
Critiche dal centrodestra: scelta assurda. Preside e sovrintendente: programma valido
BOLZANO «Fa’afafine – Mi chiamo Alex e sono un dinosauro» è il titolo di una rappresentazione teatrale a cui, a febbraio, assisteranno circa 40.000 studenti altoatesini della scuola primaria. A far discutere è l’argomento della storia, come rende noto, Diego Salvadori, consigliere della circoscrizione Europa-Novacella per Alto Adige nel cuore-Uniti per Bolzano.
«Abbiamo ricevuto la segnalazione dell’associazione Generazione Famiglia sulla partecipazione di alcune classi della scuola media Archimede allo spettacolo teatrale in questione — fa sapere Salvadori—la cui trama è riassumibile così: “esiste una parola, nella lingua di Samoa, che definisce coloro che sin da bambini non amano identificarsi in un sesso o nell’altro. Fa’afafine vengono chiamati: un vero e proprio terzo sesso cui la società non impone una scelta, e che gode di considerazione e rispetto». Lo spettacolo, dedicato a bambini di età tra gli 8 e i 13 anni, è contenuto nella rassegna «W il teatro!» realizzata dallo Stabile di Bolzano e dal dipartimento Cultura italiana della Provincia, con il sostegno del Comune di Bolzano e Merano.
«Appare evidente che ci troviamo di fronte alla cosiddetta teoria del gender — fa notare Salvadori — ciascuno può essere libero di sentirsi maschio o femmina indipendentemente dal proprio sesso biologico. Ci si sente autorizzati ad imporre messaggi a ragazzi poco più che bambini che si trovano proprio nella delicatissima fase dello sviluppo della loro identità sessuale, rivolgendosi a teorie che non hanno nessun fondamento scientifico. La scuola pubblica non può farsi complice di rischiose sperimentazioni».
A condividere il pensiero di Salvadori, anche Luigi Nevola, consigliere comunale Lega Nord: «È l’ennesimo tentativo di indottrinamento dei nostri ragazzi attraverso spettacoli teatrali mirati a propagandare l’ideologia gender, finanziati con fondi pubblici — commenta Nevola — ognuno è libero di sentirsi ciò che vuole, ma propagandare la sessualità “fluida” ai minori, senza aver spiegato nel dettaglio ai genitori la trama dello spettacolo, la trovo una vera violenza». Cauta la dirigente scolastica delle Archimede, Marina Degasperi: «Si tratta di un programma che la sovrintendenza propone a tutte le scuole — replica — da parte mia, ho chiesto a tutti gli insegnanti, qualora si trovino ad affrontare tematiche delicate, di parlarne con i genitori in modo tale che ci sia un consenso informato. I genitori che eventualmente non vorranno fare assistere i figli allo spettacolo possono chiedere che i figli siano inseriti in altre attività. Tuttavia, credo che quando ci vengono proposti spettacoli così, alla base, ci sia un’attenta valutazione dei contenuti».
«La scelta degli spettacoli è fatta da un comitato che ha una sua validità per il tipo di contenuti che trasmette — commenta la sovrintendente scolastica, Nicoletta Minnei — polemiche così fanno pensare che in generale si siano persi un pochino di vista alcuni equilibri che dovremmo dare ai nostri ragazzi innanzitutto. Comunque faremo le necessarie verifiche sul caso».
Il costume di Samoa Nella storia per bambini si racconta una sorta di appartenenza «al terzo sesso»