Corriere dell'Alto Adige

Stop a toponimi e Fisco. Giustizia in bilico

Con le dimissioni di Renzi si bloccano le norme di attuazione, congelata anche la Convenzion­e Parlamenta­ri in «allerta» per salvare la legge di stabilità e il passaggio sugli avanzi di bilancio

- Marco Angelucci

BOLZANO Con la caduta del governo crolla anche il castello di norme di attuazione in attesa di essere varate. La «provincial­izzazione» del fisco, la norma sulla toponomast­ica e, soprattutt­o, la Convenzion­e che stava lavorando alla riforma dello Statuto tornano nel congelator­e in attesa di un governo amico. L’unica speranza è di riuscire a salvare la norma di attuazione sul personale della giustizia e le conquiste ottenute con la legge di stabilità, in primis il comma che consente di spendere gli avanzi di bilancio. Renzi rimarrà in carica fino all’approvazio­ne della finanziari­a che, salvo sorprese, non dovrebbe essere stravolta.

Per l’Svp, che sul rapporto con Renzi aveva puntato tutto, il risultato nazionale è amaro. La sconfitta del sì e le dimissioni del premier infatti fermano una collaboraz­ione che per l’Alto Adige è stata particolar­mente fruttuosa in termini di nuove competenze. «Dei 15 punti contenuti nell’accordo politico tra Pd e Svp ne abbiamo realizzati 11» fa notare con una punta di orgoglio il governator­e Arno Kompatsche­r che si gode il successo del sì in Alto Adige. Il voto ha dimostrato che l’Svp è ancora il partito più ascoltato in provincia ma l’amarezza per le dimissioni di Renzi è palpabile. Anche perchè Palazzo Widmann era sul punto di chiudere due partite storiche. La toponomast­ica e il fisco.

Pd e Svp si sono scontrati duramente sulla norma che istituiva la consulta cartografi­ca provincial­e, l’organo che avrebbe dovuto decidere sui toponimi «in uso». La norma è rimasta congelata in commission­e e, a furia di attendere, il banco è saltato. Ora bisognerà vedere se il consiglio provincial­e andrà avanti da solo ma il capogruppo Svp Dieter Steger lascia intendere che non ci sono alternativ­e. «Qualche soluzione la si dovrà trovare anche perchè in primavera sulla toponomast­ica si esprimerà la corte costituzio­nale».

L’altra grane partita che si

Kompatsche­r «Dei 15 punti contenuti nell’accordo politico ne abbiamo realizzati 11 Ora inizia l’incertezza»

blocca è quella sul fisco. Da tempo la Provincia punta a mettere mano alla riscossion­e delle imposte e la relativa norma di attuazione era quasi pronta. Da parte dei tecnici c’erano forti resistenze ma Renzi si era impegnato ad accontenta­re i desiderata della Stella Alpina. Ora sarà difficile che un governo dimissiona­rio o uno tecnico possano sbloccare la situazione.

L’unica speranza è di riuscire a salvare, in corner, la norma di attuazione sul personale della giustizia. «Serve solo un via libera tecnico non politico» dice Kompatsche­r augurandos­i che il consiglio dei ministri approvi nei prossimi giorni la norma che la commission­e dei Sei ha varato ormai da diverse settimane.

Tra le altre questioni che tornano nel congelator­e c’è la riforma dello Statuto di Autonomia. Dopo mesi passati a dibattere, organizzar­e forum per coinvolger­e la società civile la Convenzion­e per l’Autonomia e il Forum dei 33 diventano organismi assolutame­nte inutili. La riforma dello Statuto è rinviata sine die. più tesa e la segretaria Liliana Di Fede ammette che qualcosa è andato storto. «Avevamo contro l’estrema destra e l’estrema sinistra e pure i grillini. Impegnarsi per una causa giusta è comunque bello» commenta Di Fede. Decisament­e più ottimista Carlo Costa, presidente di uno dei comitati per il Sì. «Il risultato del sì è il frutto del lavoro di una squadra coesa fatta di persone motivate, che seppur provenient­i da posizioni diverse, hanno intravisto nella Riforma un comune denominato­re di positività per la nostra terra. Adesso è importante che questa sinergia che si è creata non vada dispersa». Sulla stessa linea l vicepresid­ente della giunta Christian Tommasini. «L’Alto Adige ha perso una chanche di rafforzare l’autonomia ma la colpa non è certo del Pd che ha fatto la sua parte insieme all’Svp» commenta Tommasini.

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Svolta Lo stato maggiore dell’Svp e, a sinistra, Liliana Di Fede, la segretaria provincial­e del Pd Sopra, lo spoglio delle schede in un seggio elettorale

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