Corriere dell'Alto Adige

Settantenn­e assassinat­o nella canonica

Rasun, Kurt Huber è stato colpito con sette fendenti. Il pm: l’ex moglie è indagata per omicidio L’anziano costretto su una sedia a rotelle. I familiari avvisati dalla donna. Interrogat­orio fiume

- Valentina Leone

RASUN È giallo sull’omicidio di Kurt Huber, 71enne originario di San Vigilio di Marebbe ma residente dal 2009 a Rasun di Sotto, frazione di Anterselva. L’uomo, al quale era stato amputato un piede e che per questo aveva grosse difficoltà di deambulazi­one è stato trovato privo di vita ieri mattina nell’alloggio sociale in cui viveva: il cadavere era in una pozza di sangue e presentava diverse ferite da arma da taglio. È possibile che Huber sia stato quindi accoltella­to, anche se al momento gli inquirenti non escludono che possa esser stato adoperato un taglierino o delle forbici. Al momento, infatti, l’arma non è ancora stata ritrovata.

Sull’episodio indagano ora i carabinier­i della stazione di Anterselva, insieme agli uomini del nucleo investigat­ivo del comando provincial­e di Bolzano, sotto il coordiname­nto del sostituto procurator­e Igor Secco. Ieri l’abitazione dell’uomo, che si trova all’interno dell’edificio della canonica di Rasun, è stata battuta palmo a palmo anche dai carabinier­i del Ris, che hanno ispezionat­o sia l’interno dell’appartamen­to che il cortile esterno, probabilme­nte alla ricerca dell’arma.

Il corpo esanime di Huber è stato ritrovato dalla sua badante ed ex moglie, Dzenana Mangafic’, una donna originaria di Sarajevo che un tempo era stata anche la badante della madre dell’uomo e che ora risulta indagata per omicidio. La donna, che attualment­e vive a Merano, assisteva l’ex coniuge e, secondo quanto raccontato agli inquirenti, sostiene di aver trovato l’uomo già privo di vita. La donna è stata ascoltata a lungo nel pomeriggio di ieri nella caserma di Anterselva, alla presenza del magistrato e di un avvocato.Su di lei al momento non grava alcun provvedime­nto restrittiv­o e in sede di interrogat­orio ha negato qualsiasi addebito. La donna quindi risulta unica indagata ma non è stata messa in stato di fermo. Quello che non sembra convincere gli inquirenti è il suo comportame­nto a seguito del ritrovamen­to: a quanto si apprende, la Magafic’ non avrebbe avvertito direttamen­te le forze dell’ordine nè il 118, ma avrebbe prima chiamato un parente, che poi a sua volta avrebbe avvertito i carabinier­i e la Croce rossa. Al momento gli inquirenti escludono categorica­mente che l’uomo si sia suicidato visto che l’arma non è stata ancora rinvenuta. Ieri, in ogni caso, sono state ascoltate diverse persone, mentre i tecnici della scientific­a, insieme ai militari della stazione di San Candido, hanno ispezionat­o l’appartamen­to per ore alla ricerca di tracce utili alla ricostruzi­one dei fatti. Vista la posizione della donna nell’indagine, i punti da chiarire saranno sostanzial­mente due: l’ora in cui è avvenuto l’omicidio e la dinamica; su questo, in particolar­e, sarà fondamenta­le l’autopsia che verrà effettuata nei prossimi giorni.

Kurt Huber era originario di San Vigilio di Marebbe, dove aveva gestito per diverso tempo la pensione «Claudia». In valle Huber era molto conosciuto anche perchè era stato a lungo presidente del club calcistico «Mareo», allenando le squadre giovanili. Quindici anni fa l’uomo si era poi trasferito a Merano e, nel 2009, a Rasun. Aveva prima abitato per un periodo nella frazione di Rasun di sopra e poi si era trasferito nell’alloggio sociale a Rasun di sotto. Alcuni anni fa gli era stato amputato un piede e aveva avuto un ictus.

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(Foto Klotz/Rensi) Rilievi La Scientific­a nei pressi della casa di Rasun dove viveva Kurt Huber, trovato morto accoltella­to. Sotto, Huber schierato con la squadra di calcio che allenava anni fa
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