I vicini: «Una fine orribile» Dzenana, la barista racconta «Giocava con le slot machine»
RASUN Ha destato incredulità e sconcerto l’assassinio di Kurt Huber. Un uomo che a Rasun era poco conosciuto, sia perché si era trasferito lì da pochi anni, sia perché avendo problemi di deambulazione, usciva raramente di casa.
«Non lo vedevo da tanto, ma non immaginavo avrebbe potuto fare questa fine così orribile», commenta un vicino di casa osservando gli uomini della scientifica analizzare il deposito della legna sul retro della canonica.
«Un paio d’anni fa gli era stato amputato un piede — aggiunge l’uomo — e da allora l’avevo incontrato solo un paio di volte in carrozzina accompagnato dalla badante che era anche la sua ormai ex moglie».
Più conosciuta, in paese, era proprio la donna Dzenana Mangafic. In paese era nota anche per la sua abitudine a giocare con le slot machine. Una conferma viene dal bar caffè «Prosecco», che si trova proprio a Rasun di Sotto.
Una delle bariste, infatti, ricorda: «Quella signora veniva magari solo un giorno al mese, ma in quel giorno stava qua dalla mattina alla sera. E spendeva nelle slot machine anche diverse centinaia di euro. Poi, per il resto del mese, non tornava più. Però da un anno e mezzo circa non l’avevamo più vista, più o meno da quando abbiamo tolto le slot machine dal nostro locale». Di questa propensione al gioco, in paese, parlano in molti.
Un’altra vicina punta lo sguardo sui nastri posti dai carabinieri a delimitazione della scena del crimine. «Questa mattina ho visto arrivare le auto delle forze dell’ordine, abito qua difronte ma non mi ero accorta di nulla nè ho sentito urla o altro. Quando ho saputo sono rimasta sconvolta: non credevo ci si potesse accanire così contro una persona per giunta disabile».
Se a Rasun Huber non era un volto noto, a San Vigilio di Marebbe la notizia ha lasciato attonita tutta la comunità. Huber era stato infatti presidente del club calcistico del paese per diversi anni, svolgendo anche il ruolo di allenatore per i più piccoli.
Carlo Obwegs, attuale presidente del club, sul gruppo Facebook lo ricorda commosso come «l’uomo che mi ha fatto conoscere per primo il gioco del pallone». Diego Clara, altro allievo di Huber, ricorda invece i momenti degli allenamenti, «fieri di averti avuto come presidente della nostra squadra, riposa in pace». Il cordoglio è dunque sentito dai compaesani che ricordano Huber con un certo affetto. Lo descrivono come una persona simpatica. E faticano a credere che possa essere morto assassinato, così, senza alcun motivo.
Lo sport Huber allenava i giovani del club «Mareo»