Nuove derivazioni idroelettriche «Con la legge tempi dimezzati»
Bilancio della norma: da 418 a 159 giacenze. Theiner: «Obiettivo sostenibilità»
BOLZANO Richieste in attesa abbattute e nuove basi per implementare l’efficienza del sistema. Questo il risultato a due anni dall’entrata in vigore della legge provinciale che ha disciplinato il settore dell’energia idroelettrica in Alto Adige.
A fare un punto sulla situazione, l’assessore provinciale all’energia Richard Theiner e il direttore dell’Agenzia provinciale per l’ambiente Flavio Ruffini, che ribadiscono all’unisono un concetto: «Ora le forze vanno in direzione della sostenibilità e il miglioramento dell’efficienza energetica».
«L’Alto Adige ha più di mille concessioni tra piccole, medie e grandi — ha sottolineato Theiner — ed era giunta l’ora di cercare un maggiore equilibrio fra gli aspetti economici e quelli ecologici, fra uno sfruttamento delle risorse e la necessaria tutela delle fonti idriche. Lo abbiamo fatto con una nuova regolamentazione che mette al centro la sostenibilità ambientale».
Una nuova disciplina, quella del febbraio 2015, che ha ovviato a molte inefficienze: non erano precisati i criteri di tutela delle acque, vi era una minore attenzione all’interesse pubblico, poche prescrizioni per i documenti da presentare. Carenze che inevitabilmente si traducevano in difficoltà di elaborazione delle domande, tempi incerti e una minore qualità ambientale.
Questioni spinose risolte dalla nuova legge, dove è stato riconosciuto un peso maggiore alla sicurezza degli impianti, si è compiuta una suddivisione in piccole e medie derivazioni, è stata efficacemente sburocratizzata la materia, resa più chiara, con procedure amministrative più snelle, che non solo hanno accorciato i termini burocratici, ma come spiega il dott. Ruffini «hanno contribuito ad uno smaltimento efficace degli arretrati». «Delle 418 richieste giacenti a gennaio 2015 — prosegue Ruffini — ne rimangono solamente 159, di cui 68 sono state presentate dopo l’entrata in vigore della nuova legge».
Una chiarezza legislativa, che ha avuto come effetto un crollo delle domande. Sono 80 quelle archiviate perché il corso d’acqua in oggetto rientrava tra quelli sottoposti a tutela dal punto di vista ecologico e ambientale.
«Non bisogna dimenticare — ha concluso Ruffini — il fatto che anche le medie derivazioni idroelettriche sono diventate di pubblico interesse. Ciò significa che i concessionari sono tenuti a investire sul territorio, sotto forma di compensazioni ambientali, destinando risorse alle amministrazioni municipali che in questo modo possono finanziare opere utili alla comunità».
Infine l’assessore Theiner ha confrontato l’Alto Adige e il vicino Tirolo, sia in relazione al numero degli impianti (1.008 contro 1.017), sia alla produzione complessiva di energia (6mila gwh contro 6.500 gwh). Tenendo conto di una popolazione, superficie e precipitazioni atmosferiche minori «capiamo — ha concluso l’assessore — che il potenziale di crescita, sotto forma di nuove centrali, è ridotto. Ogni nuova concessione deve essere attentamente valutata, mentre rimane ancora parecchio da fare per quanto riguarda l’efficienza energetica».