Tim, protesta dei lavoratori «Solo tagli e nessun piano»
Assemblea a Bolzano. L’azienda: gestione più efficace
BOLZANO Lo stato d’agitazione prosegue, in tutto il Paese. La disdetta unilaterale del contratto integrativo e il mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale, scaduto ormai da due anni, ha portato gli oltre cinquecento lavoratori Tim dell’Alto Adige a incontrarsi, ieri. Un’assemblea partecipata, in vista dello sciopero in agenda il 13 dicembre.
L’incontro, aperto a tutta la cittadinanza e indetto unitariamente dalle federazioni provinciali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom ha ripercorso le ultime tappe che hanno portato alla vertenza: «Non è più possibile tollerare una situazione che vede i lavoratori pagare sempre di tasca loro — hanno spiegato i sindacalisti delle tre sigle -— Dopo un contratto scaduto da due anni adesso il management aziendale ha deciso di disdire anche l’integrativo di secondo livello. Il tutto mentre non si toglie nemmeno un euro dai pesanti compensi dei manager, tra i più pagati d’Europa, e i bilanci della società sono in crescita».
Cgil, Cisl e Uil puntano il dito contro l’assenza di un piano industriale e le esternalizzazioni dei servizi e definiscono «pessima» l’organizzazione del lavoro che influisce «negativamente sulla qualità del servizio ai clienti». I sindacati reclamano a gran voce «un piano industriale che preveda uno sviluppo per l’azienda e un futuro per i lavoratori, una vera internalizzazione del lavoro, accompagnata da una formazione reale». «Dopo sei anni di contratti di solidarietà e una messa in mobilità, che per la sola Provincia di Bolzano prevede una perdita, entro il 2018, di circa 100 lavoratori, e un forte recupero della produttività interna, senza che ci sia stato un riconoscimento economico per i lavoratori, ma solo per i dirigenti — sottolineano — non si può accettare la continua riduzione dei costi, a discapito della sicurezza nei posti di lavoro».
Dal canto suo, Tim spiega il senso del nuovo programma di contenimento dei costi (obiettivo: 1,6 miliardi da recuperare). «L’azienda — scrive in una nota — ha più volte ribadito alle organizzazioni sindacali la volontà dell’attuale management di salvaguardare il perimetro organizzativo e di gestire le eccedenze produttive attraverso processi di formazione e riqualificazione professionale che porteranno a un più efficace impiego delle competenze dei singoli». L’intento è consentire «l’internalizzazione di attività ad alto valore aggiunto e il potenziamento delle attività legate al core business».