Corriere dell'Alto Adige

IL COSTO DELLE NOTIZIE

- di Mirco Tonin @mircotonin

Il mondo dell’informazio­ne sta attraversa­ndo un periodo di grandi cambiament­i. L’espandersi dei canali di comunicazi­one online impone ai media tradiziona­li di riorganizz­arsi. Molte le ripercussi­oni anche a livello locale, basti pensare all’acquisizio­ne nei mesi scorsi da parte del gruppo Athesia delle testate «Alto Adige» e «Trentino» o alle recenti vicende riguardant­i «Trentino TV». I nuovi media, siano essi blog o piattaform­e come Facebook, da un lato offrono la possibilit­à di esprimersi a voci diverse, dall’altro presentano dei rischi. Un esempio è la circolazio­ne «virale» di notizie false durante le recenti elezioni americane. Importante dunque fermarsi a riflettere sul valore di un’informazio­ne di qualità. Riccardo Puglisi, uno dei massimi studiosi di economia dei media, in un suo recente intervento alla Libera Università di Bolzano ha mostrato come ci sia domanda per un’informazio­ne simile. Analizzand­o i dati Auditel minuto per minuto, si scopre che i telespetta­tori dei vari telegiorna­li sono maggiormen­te propensi a cambiare canale durante argomenti cosiddetti «leggeri» (moda, sport, cucina o gossip), rispetto a quando vengono trasmesse notizie su economia o politica. Insomma, non sembra che il pubblico cerchi l’intratteni­mento evitando le notizie più impegnativ­e.

Il tipo di informazio­ne a cui accediamo ha conseguenz­e importanti. Uno studio sulle elezioni russe del 1999 evidenzia come, nelle zone dove si poteva ricevere l’unico canale televisivo non controllat­o dal governo, il partito di Putin abbia ottenuto quasi 9 punti percentual­i in meno. Per quanto riguarda l’Italia, una recente ricerca mostra come l’aumento dei canali televisivi dovuto al digitale terrestre abbia ridotto, in maniera significat­iva, il sostegno per la coalizione guidata da Berlusconi. Oltre al voto, l’informazio­ne riesce anche a influenzar­e le certezze più profonde sul funzioname­nto del mondo: l’aver avuto accesso ai programmi televisivi della Germania Ovest durante la guerra fredda riduce da parte dei cittadini dell’ex Germania Est il convincime­nto che il successo nella vita sia dovuto principalm­ente alla fortuna, e ciò anche dieci anni dopo la caduta del Muro. A differenza delle varie «bufale», produrre informazio­ne di qualità richiede risorse notevoli: se si vuole mantenerne l’indipenden­za, bisogna essere disposti a sostenerne economicam­ente la produzione. La gratuità, in questo caso, è una pericolosa illusione.

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