Acqua Meraner I Nas visitano lo stabilimento
Indagine della Procura bolzanina. Sequestrati diversi ettolitri di acqua minerale
I carabinieri del Nas di Trento guidati dal maggiore Davide Perasso sono arrivati negli stabilimenti di Lagundo della «Meraner Mineralwasser», l’etichetta d’acqua del colosso altoatesino della birra Forst. Alla base dell’operazione la segnalazione di un ristoratore, che avrebbe rilevato la presenza di impurità all’interno delle bottiglie. Fatti tutti da dimostrare.
BOLZANO Presunte irregolarità nei valori riscontrati nell’acqua di alcune bottiglie della «Meraner Mineralwasser», l’etichetta d’acqua del colosso altoatesino della birra Forst. È questa la circostanza — al momento del tutto da dimostrare e unicamente una mera ipotesi di lavoro per gli inquirenti — che ha portato ieri i carabinieri del Nas di Trento guidati dal maggiore Davide Perasso negli stabilimenti di Lagundo dell’acqua meranese.
I militari del Nucleo Anti Sofisticazioni si sono presentati nello stabilimento del Burgraviato che produce e commercializza bottiglie di acqua minerale naturale e gassata nella giornata di ieri, su delega della Procura di Bolzano.
Sul tavolo del sostituto procuratore Andrea Sacchetti, membro del gruppo di lavoro altoatesino relativo alla sofisticazione degli alimenti e alle alterazioni dei prodotti destinati al consumo, è infatti planata nelle scorse settimane la segnalazione di presunte irregolarità nelle acque prodotte dalla società meranese «Aquaeforst Srl», di proprietà del colosso della birra Forst, noto in tutto il mondo.
Come da prassi in questi casi, il sostituto procuratore non ha potuto fare altro che aprire un fascicolo d’indagine, con l’obiettivo di verificare se le presunte irregolarità segnalate siano o meno reali. All’origine della segnalazione — secondo quanto si apprende — vi sarebbe stato l’acquisto di acqua da parte di un ristoratore, che avrebbe poi appunto rilevato la presenza di impurità all’interno delle bottiglie.
Secondo i primi accertamenti, comunque, sembra chiarito che tali impurità non costituivano alcuna fonte di pericolo per la salute pubblica e che in ogni caso non si trattava in alcun modo di agenti patogeni o che potessero provocare malattie o problemi di sorta nella popolazione. In ogni caso, a scopo cautelativo, i carabinieri del Nas si sono presentati nello stabilimento e hanno posto sotto sequestro un ingente quantitativo di bottiglie d’acqua. Secondo le prime informazioni sembra che sarebbero diversi ettolitri — vale a dire centinaia di bottiglie — d’acqua quelli finiti nelle mani degli inquirenti e che ora sarebbero da sottoporre ad accertamenti da parte dei carabinieri del Nucleo Anti Sofisticazione.
L’azienda dal canto suo ha agevolato al massimo l’operato degli inquirenti, dimostrando la massima collaborazione. Nel merito della vicenda la dirigenza di «Aquaeforst Srl» ha comunicato di essere «a conoscenza delle indagini. Fino a quando le indagini non saranno concluse però «Aquaeforst Srl» non darà alcun tipo di informazioni in merito».
Per il momento, lo ricordiamo, le accuse costituiscono unicamente un’ipotesi di lavoro per gli inquirenti e non rappresentano in alcun modo un addebito di responsabilità nei confronti dell’azienda stessa. Solo le verifiche delle prossime settimane consentiranno di stabilire se le accuse contenute nell’esposto contengano o meno elementi di verità.