Anziana presa a pugni, 18 mesi all’aggressore
Sentenza severa, il giovane resta in carcere. La settantenne in tribunale: «Le donne non devono aver paura»
TRENTO L’occhio gonfio e nero, il livido sotto il sopracciglio destro. Mostra il dente. «Me l’ha rotto» dice. «Pazienza». Settant’anni e un coraggio da leoni. «Le donne non devono aver paura» continua.
È una donna forte, Lisa (il nome è di fantasia per tutelare l’identità della donna ndr), la signora di Madonna Bianca aggredita giovedì all’alba sotto casa da un uomo che l’ha presa a pugni dopo aver avanzato delle richieste a sfondo sessuale. Ieri mattina era in Tribunale per il processo per direttissima del giovane che l’ha assalita, un ventisettenne di origini romene che è stato subito arrestato dalle volanti della polizia, grazie alla prontezza di riflessi della donna che, nel tentativo di difendersi, gli ha spruzzato sul viso dello spray al peperoncino e poi ha allertato il 113. Accanto a lei c’è il marito, la nuora e il nipote, a darle sostegno e forza. Anche se di forza Lisa ne ha davvero tanta. «Io non ho paura, ero preoccupata per la mia cagnolina, è piccolina, temevo le facesse del male» spiega, sorridendo. Lisa non abbassa lo sguardo neppure quando arriva il ventisettenne scortato dagli agenti della polizia penitenziaria.
Il giudice Guglielmo Avolio si ferma qualche attimo, saluta la donna. «Mi dispiace signora» dice. Lei sorride e aspetta di essere chiamata a testimoniare. Ma non è necessario.
L’udienza a porte chiuse termina in poche decine di minuti. Non serve la testimonianza della donna, il giudice non ha ritenuto necessario ascoltare il suo racconto e ha condannato il ventisettenne, già noto alle forze di polizia, a un anno e sei mesi di reclusione. Una pena severa, la stessa pm Maria Colpani ha chiesto una pena inferiore, di un anno e due mesi. Il giovane,difeso dall’avvocato Cristian Zamfir, davanti al giudice si è detto dispiaciuto. L’aggressione sarebbe solo il frutto della massiccia dose di alcol che aveva in corpo. Ma l’uomo ha dato una versione leggermente diversa, ha spiegato di averle dato il pugno solo dopo che la donna gli ha spruzzato lo spray al peperoncino. Un gesto istintivo, ha spiegato la difesa. Ma questo non basta a salvarlo dal carcere. Il giudice ha infatti confermato la misura di custodia cautelare presso la casa circondariale di Spini di Gardolo.
Intanto, all’esterno dell’aula al piano terra del palazzo di giustizia, l’anziana ha ricordato i momenti di grande tensione vissuti a pochi passi da casa giovedì mattina. Tutto è accaduto in pochi attimi, verso le 5.50 del mattino, quando sulla città regnava ancora il buio. La donna, come ogni giorno da quando vive alle Torri di Madonna Bianca, è uscita di casa per portare a passeggio la sua cagnolina Mila. Appena ha sceso i cinque scalini che separano l’ingresso della Torre dal piazzale esterno è stata avvicinata dall’uomo.
«Era dalle quattro che quel giovane girava ha rovesciato tutte le fioriere, urlava che stava male — racconta — poi alle sono andata giù con il cane e ho visto che si è si precipitato sulle scalette». La donna ha cercato di entrare, ma il giovane l’avrebbe spinta nell’atrio. «Gli ho detto: cosa vuoi? E lui mi ha risposto: abito qui. Gli ho detto che non era vero e ho pigiato un pulsante e ho detto: maresciallo scenda giù. Facevo per finta, volevo allontanarlo».
Ma neppure questo sarebbe bastato a scoraggiare il ventisettenne. La donna ha cercato di salire sulle scale, nel tentativo di sottrassi al ventisettenne. «Ho spinto il mio cagnolino che è piccolino — spiega — ma mi ha presa». L’uomo, in preda ai fumi dell’alcol, avrebbe afferrato la signora e ha quel punto la donna ha reagito con lo spray. «Lo tenevo nell’altra mano, ho spruzzato e lui ha urlato: via mi hai accecato. Era fuori che continuava ad urlava, poi è arrivata la polizia. In tre minuti era già in macchina. Continuava con pugni e calci anche contro gli agenti e l’auto». Lisa non è preoccupata, ma pensa a quello che sarebbe potuto accadere. «Io ho settant’anni, ma una persona più anziana... spero solo che il giudice lo tenga in carcere». Richiesta accolta, l’uomo, infatti, resterà in cella ancora per un po’.