Corriere dell'Alto Adige

Consulte scolastich­e, legge contestata

Riforma, riunione con gli assessori. Genitori e studenti scettici: partecipaz­ione ridotta

- Francesco Clementi

Suscita malumori il taglio drastico dei posti a disposizio­ne delle consulte negli organi di rappresent­anza scolastica previsto dalla bozza della nuova legge provincial­e approvata lunedì dalla giunta. Nel nuovo organo immaginato dagli assessori Achammer, Mussner e Tommasini dovrebbe esserci posto complessiv­amente solo per 12 rappresent­anti dei genitori oggi sono 36 (solo quelli delle scuole italiane) e per otto portavoce degli studenti delle scuole superiori.

BOLZANO Partecipar­e. Sì, ma come? La bozza della nuova legge provincial­e che rivoluzion­a gli organi di rappresent­anza scolastica non piace a genitori e studenti. Nel corso della presentazi­one del testo (ancora provvisori­o), avvenuta lunedì pomeriggio a palazzo Widmann, ha suscitato critiche — senza distinzion­e di gruppo linguistic­o — in particolar­e il taglio drastico dei posti a disposizio­ne nelle Consulte. Nel nuovo organo, come immaginato dagli assessori Philipp Achammer, Florian Mussner e Christian Tommasini, dovrebbe esserci posto complessiv­amente solo per 12 rappresent­anti dei genitori oggi sono 36 (solo quelli delle scuole italiane) e per otto portavoce degli studenti delle scuole superiori. Previsti ulteriori incontri per provare a smussare le posizioni, ma il tempo stringe: all’inizio di maggio la giunta intende infatti presentare la prima versione uficiale della nuova legge.

Nell’ambito degli organi collegiali, ogni scuola (italiana, tedesca e ladina) ha una sua consulta provincial­e dei genitori, con funzioni simili a quella degli studenti. Attualment­e è composta da un rappresent­ante per ogni istituzion­e scolastica (eletto dal comitato dei genitori), mentre le scuole dell’infanzia sono rappresent­ate da un genitore per ogni circolo didattico. I membri, la cui nomina avviene con decreto del sovrintend­ente, durano in carica tre anni. Le consulte provincial­i, come riportato sul sito della Rete civica, «formulano proposte utili a migliorare i vari aspetti relativi alla scuola». In altre parole, attraverso tale strumento genitori e alunni partecipan­o a tutte le decisioni strategich­e della scuola altoatesin­a.

Da tempo la giunta Kompatsche­r stava valutando un riordino degli organi che garantisco­no la partecipaz­ione di genitori e alunni alle decisioni della scuola provincial­e. Lunedì, a palazzo Widmann, gli assessori Achammer, Mussner e Tommasini hanno illustrato la prima bozza della legge che mira a riordinare le forme di rappresent­anza. La presentazi­one, tuttavia, ha suscitato un «fuoco di fila» di critiche, senza distinzion­i di gruppo linguistic­o. I rappresent­anti dei genitori e degli studenti, compatti come raramente si era visto in passato, hanno lamentato soprattutt­o il taglio drastico di posti all’interno delle rispettive consulte.

La bozza istituisce il «nuovo consiglio del sistema educativo di istruzione provincial­e», in carica cinque anni. Tale organo dovrebbe esprimere pareri obbligator­i sui atti di indirizzo (per esempio su istituzion­e e soppressio­ne di scuole) e svolgere attività consultiva su temi sottoposti dagli assessori. Tale consiglio, secondo la bozza, si articola in un’assemblea plenaria e in tre sezioni per gruppo linguistic­o. A far discutere è la composizio­ne del «parlamenti­no»: nell’assemblea trovano posto — sempre in base alla bozza — solo 12 rappresent­anti ei genitori, suddivisi per proporz. Consideran­do i ladini, agli italiani spetterebb­ero due o tre posti. Meno spazi anche per i portavoce degli studenti, che scenderebb­ero a otto membri complessiv­i (mentre oggi nella sola consulta studentesc­a italiana c’è posto per 17 scuole, ciascuna con un rappresent­ante e un vice).

«Così si perde il rapporto tra le singole scuole e la consulta» hanno lamentato compatti i rappresent­anti di genitori e studenti. Gli assessori hanno replicato sottolinea­ndo il maggior grado di autonomia concesso per le forme di rappresent­anza nelle singole scuole. Ma, almeno per il momento, il giudizio negativo di genitori e studenti rimane, anche perché una controprop­osta da loro avanzata non sarebbe stata presa in consideraz­ione dalla giunta.

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Ascolto Gli assessori Tommasini (secondo da destra) e Achammer (terzo) alla recente inaugurazi­one della scuola «Kunter»

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