Pd, rebus affluenza. Il sindaco non vota
La segretaria: le primarie sono fondamentali. Domenica saranno aperti 17 seggi
Conto alla rovescia anche in Alto Adige per le primarie per eleggere il segretario nazionale del Partito democratico. La segretaria Liliana Di Fede lancia un appello alla partecipazione: «Senza consultazioni aperte e partecipate non esiste il Pd». I volontari che gestiranno i 17 seggi saranno in tutto 68. Mancherà invece il sindaco Renzo Caramaschi: «Finora ero sempre andato, ma oggi vedo troppi giochi di potere nel partito» rivela il primo cittadino di Bolzano.
Anche i democratici dell’Alto Adige, come in tutta Italia, si preparano all’appuntamento di domenica con le primarie per eleggere il segretario nazionale. La segretaria Liliana Di Fede lancia un appello alla partecipazione: «Senza consultazioni aperte e partecipate non esiste il Pd». Saranno 68 i volontari presenti ai 17 seggi per garantire il corretto svolgimento delle operazioni. Mancherà invece il sindaco Renzo Caramaschi: «Finora ero sempre andato, ma oggi vedo troppi giochi di potere nel partito»
Ieri c’erano quasi tutti i membri della commissione provinciale per il congresso, nella sede di piazza Domenicani, a presentare le «istruzioni per l’uso» relative alle primarie. Tre gli aspiranti segretari che si contendono la carica. Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano. In Alto Adige le liste (massimo nove candidati) a sostegno sono guidate rispettivamente da Carlo Costa, Mauro De Pascalis e Claudio Volanti. Si vota solo domenica, dalle 8 alle 20. In provincia sono aperti 17 seggi: cinque a Bolzano (Circolo Don Bosco, Casa Altmann a Gries, Centro civico EuropaNovacella, Circolo della Stampa in via dei Vanga e Sala polifunzionale a Oltrisarco), altri dodici a Laives, Bronzolo, Ora, Egna, Salorno, Merano, Silandro, Bressanone, Brunico, Vipiteno, Prato Isarco e Appiano. Possono votare non solo i 1.249 iscritti al Pd altoatesino, ma tutti gli elettori e simpatizzanti «purché — precisa Di Fede — non militanti apertamente in partiti lontani dai nostri valori»: basta versare due euro, mostrare un documento d’identità e sottoscrivere una dichiarazione di sostegno. Non servono prenotazione online, salvo alcune eccezioni: chi il 30 aprile voterà fuori dl Comune di residenza, o giovani tra i 16 e i 18 anni, gli stranieri residenti e in possesso di regolare permesso di soggiorno.
Da un punto di vista politico, uno dei temi è quello dell’affluenza. Alle ultime primarie si erano presentati 6.850 altoatesini, ma ora il contesto è diverso. Di Fede, che in vista delle Comunali aveva a difeso a spada tratta le primarie come strumento di scelta, non fa previsioni sui numeri ma lancia un appello. «Questa è una chiamata all’orgoglio e alle ragioni profonde della nostra esistenza — afferma —. Le primarie sono il Dna del partito democratico. Senza primarie aperte e partecipate non esiste il Pd. Noi abbiamo superato i partiti dei padroni come Grillo e Berlusconi e i vecchi riti dei partiti delle tessere. Se siamo riusciti a organizzare le primarie, ciò è stato possibile solo grazie alla passione di tante persone che con onestà e costanza si sono impegnate. Da noi non bastano pochi clic in rete a decidere una candidatura».
Non mancano peraltro le voci critiche. Come quella di Claudio Volanti, capolista della mozione Emiliano, che si è presentato alla conferenza stampa lamentando «il poco tempo e spazio a disposizione per un dibattito esauriente». E il sindaco Caramaschi, uomo di area, non ci sarà. «Ho partecipato con entusiasmo ai tempi di Prodi e Veltroni, e poi anche per il primo Renzi — afferma —. Stavolta non andrò. Vedo un partito in cui si consumano per occupare posizioni di potere, invece di dedicare energie a problemi concreti come la sanità. Diranno che sono un ingrato: non è che non voglio bene al Pd, ma questo partito mi pare “non quagli”. Ciò detto, il mio auspicio è che possa riprendersi presto».