Le minoranze: «Trentinità a rischio»
Fugatti, Cia, Bottamedi e Bezzi: «Rossi e Plotegher devono intervenire»
TRENTO A pochi giorni dall’assemblea generale di Itas Mutua, la proposta di modifica dello statuto che prevede che la stessa possa tenersi «di norma» e non inderogabilmente, come oggi, in Trentino Alto Adige (Corriere del Trentino di domenica) fa sobbalzare le minoranze: i consiglieri Fugatti, Bezzi, Cia e Bottamedi hanno presentato un’interrogazione sul tema e denunciano il silenzio del presidente della Provincia (e vicepresidente della Regione) Ugo Rossi e dell’assessora Violetta Plotegher, «in quanto competente su Pensplan, il cui fondo pensione Plurifonds è gestito proprio da Itas». «Ci aspettavamo già da tempo un intervento di moral suasion da parte di Rossi — afferma Fugatti — il presidente deve dire che quella modifica dello statuto è pericolosa per il mantenimento della trentinità dell’azienda».
Insomma, di fronte alla possibile introduzione delle parole «di norma» all’interno dell’articolo 13 dello statuto di Itas Mutua rispetto al luogo in cui possa essere indetta l’assemblea generale (che nel testo attuale «deve essere convocata nel territorio della Regione Trentino Alto Adige»), le minoranze intravedono un rischio «non secondario per il mantenimento futuro della testa e delle radici di Itas nel nostro territorio regionale»: «Non abbiamo elementi per dire che la società intenda trasferire la sua sede legale fuori dal Trentino — ammettono i consiglieri — ma una modifica di questo tipo non viene proposta per caso: non vorremmo che, utilizzando strumentalmente le recenti polemiche scoppiate in seno a Itas, si portassero via dal nostro territorio i suoi riferimenti, magari spostandoli a Milano, dove la società ha acquistato un immobile in pieno centro che rappresenta la sede più importante dopo quella trentina».
Se questo, dunque, è il rischio che si profila all’orizzonte, secondo Fugatti, Bezzi, Cia e Bottamedi la politica, «quella che ha in mano le redini del governo provinciale», dovrebbe dire la sua: «Con un intervento di moral suasion, come fatto, ad esempio, dal governatore del Veneto Luca Zaia, che pochi giorni fa ha invitato le banche di credito cooperativo venete ad aderire alla Cassa centrale di Trento» spiega Fugatti. In gioco, secondo il segretario della Lega nord del Trentino, ci sono «gli oltre 700 dipendenti di Itas» e «l’immagine economica e finanziaria della nostra provincia».
Ma non è tutto. «Anche l’assessora Plotegher dovrebbe esprimersi — aggiunge Bezzi — perché sappiamo quali siano le connessioni fra Pensplan, di cui lei ha competenza specifica, e Itas, che gestisce Plurifonds». «In questa vicenda — conclude Cia — manca la trasparenza e non giustifichiamo i silenzi della Provincia perché tante sono le risposte che la popolazione ancora attende».