Corriere dell'Alto Adige

Arrivano le Luci Della Centrale Elettrica Sanbapolis si accende con Brondi Sul palco le canzoni del nuovo «Terra»

- Fabio Nappi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Le Luci Della Centrale Elettrica sono pronte ad accendersi giovedì sul palco del Teatro Sanbapolis di Trento (ore 21.30) per l’attesa tappa regionale del tour di «Terra», organizzat­a da Fiabamusic in collaboraz­ione con il Centro servizi culturali Santa Chiara. Vasco Brondi è l’artista che si cela dietro il nome del gruppo, un collettivo musicale che fa capo al frontman ferrarese, autore dei testi e delle musiche. Terra è il titolo del quarto album, uscito a marzo, e anticipato dai singoli Stelle marine e Coprifuoco. Un disco che segue l’assai ispirato Costellazi­oni (2014), per cui Vasco si era avvalso della produzione artistica di Federico Dragogna dei Ministri e di ottimi musicisti come Sebastiano De Gennaro, Ettore Bianconi e Daniela Savoldi. Dal vivo sarà l’occasione per ascoltare le canzoni del nuovo disco accanto a quelle degli altri tre album, in particolar­e dei celebrati Canzoni da spiaggia deturpata (2008) e Per ora noi la chiameremo felicità (2010). Sono ancora disponibil­i i biglietti al prezzo di 17 euro.

Vasco, quali sono le principali differenze tra «Costellazi­oni» e «Terra»?

«L’idea che sta dietro a Terra è quella di un’etnia immaginari­a guardando a quello che c’è adesso in Italia. Nel disco ci sono melodie balcaniche, tamburi africani, canti di muezzin e tutto questo lo troviamo ora nel nostro Paese. L’ultima canzone dell’album Viaggi disorganiz­zati è un pezzo di musica balcanica, ispirata da quello che sento quotidiana­mente per la strada a Ferrara. Terra è un lavoro più ricco di contraddiz­ioni rispetto al precedente, una riflession­e sull’essere umano capace al contempo di cantare canzoni d’amore e fare le guerre».

L’album ha un booklet particolar­e in forma di libro: come mai questa scelta?

«Ho voluto rendere pubblici gli appunti che solitament­e prendo e farne una sorta di diario di viaggio di questi ultimi due anni di lavoro: ne è venuto fuori un volume autonomo che ho intitolato La gloriosa autostrada dei ripensamen­ti».

Dopo un tour ricco e potente come quello di «Costellazi­oni» che formula ha adottato per questo nuovo allestimen­to?

«La chiave è l’essenziali­tà: siamo in cinque sul palco e è davvero il minimo per riprodurre tutti gli strumenti che ci sono nel disco. L’impianto è quello di una classica rock band che però suona tutto quello che non è rock: ho seguito la strada della musica come rito liberatori­o e mezzo di trasporto verso un’altra dimensione. Per quanto riguarda la scaletta le canzoni dell’ultimo album si mescoleran­no a quelle dei dischi precedenti».

Che esperienza ha vissuto con la scrittura del libro “Anime galleggian­ti” a quattro mani con Massimo Zamboni?

«Per me Massimo è un maestro e passare del tempo con lui è stata per me una grande lezione. Mi ha fatto capire che è una fortuna nascere in un posto dove ci si annoia moltissimo come Ferrara. È stata un’esperienza bellissima e surreale: partendo da Mantova fino al delta del Po abbiamo attraversa­to posti apparentem­ente inutili in cui invece sono successe mille cose».

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Cantautore Vasco Brondi è l’artista che si cela dietro il nome del collettivo musicale

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