Tbs e Lo strano caso
Anteprima Alle prove della nuova produzione dello Stabile. Prima, giovedì Cavosi: «Un Twin Peaks teatrale legato alla provincia ispirato a un fatto vero»
«Un Twin Peaks teatrale legato alla provincia. Un piccolo Fargo che indaga il labile confine tra colpevolezza e innocenza». Riferimenti tele-cinematografici per Roberto Cavosi che è autore e regista de Lo strano caso della notte di San Lorenzo, produzione Tsb che chiude la stagione della Grande Prosa curata dallo stesso Stabile di Bolzano.
Un infortunio alla spalla tormenta il regista meranese da settimana ma è evidente che mentre prova e riprova gli ultimi minuti del finale si è dimenticato qualunque fastidio fisico. Detta i tempi di entrata di attori, musiche e battute fino a che non sembra che tutto funzioni e assomigli il più possibile a quanto aveva in mente. Sugli ultimi tre minuti di spettacolo, ci resta un’oretta: «È il finale complicato di una regia molto complicata — ammette — ma è altrettanto divertente. Almeno per me. Tento di mantenere un movimento continuo per dare l’idea che tutti possano essere colpevoli, o almeno delatori».
Lo strano caso della notte di San Lorenzo è, infatti, liberamente ispirato ad un fatto di cronaca nera realmente avvenuto in Alto Adige, ma da quella realtà Cavosi prende solamente spunto per creare una serie di personaggi che, proprio come in Twin Peaks, nascondono segreti e cercano di proiettare un’immagine di sè diversa dalla realtà rendendo molto difficile il raggiungimento della verità.
Assistendo alle prove, però, non si coglie l’atmosfera del classico «giallo» (alcuni potranno scorgervi atmosfere tipiche dei romanzi di Håkan Nesser) ma si viene rapiti da qualcosa di più profondo, di qualcosa che ci fa comprendere come tra il bene e il male non esista un confine così netto. Perché, come noto, più fatti si conoscono e più può risultare complicato farsi un’idea precisa. Un enorme problema per i magistrati, una splendida suggestione per i teatranti.
Passando al testo scritto da Cavosi, tutto ruota attorno al dialogo tra un magistrato e un commerciante. Il primo racconta al secondo il caso più particolare del suo passato: quello di Armin Zucker, un giovane a cui era stata attribuito l’assassinio di Karin, Miss Zillertal, trovata morta in una notte di agosto. Una colpevolezza basata su molti indizi e poche prove.
A seguito del racconto anche il commerciante si lancia in ipotesi varie e contraddittorie, le stesse che molti di noi fanno quando non conoscono bene la realtà dei fatti.
Per saperne di più e conoscere il finale, non resta, quindi, che attendere la «prima» dello spettacolo che si terrà giovedì 27 aprile alle 20.30 al Teatro Studio (Comunale), dove resterà fino al 14 maggio (ad esclusione dei giorni 1,2,3,8,9 e 10 maggio). La tournée proseguirà per Bressanone (Forum 15 maggio), Merano (Puccini 16 maggio) Vipiteno (Comunale 17 maggio) e Brunico (Haus Pacher 18 maggio).
Le scene e i costumi sono di Daniela Cernigliaro, le musiche di Alfredo Santoloci, le luci di Gerardo Buzzanca. Sul palcoscenico: Edoardo Chiabolotti, Nicolas Zappa, Giovanni Battaglia, Cristian Giammarini, Michele Nani, Mario Sala, Stefano Trizzino, Manuela Festuccia, Francesco Scimemi, Arianna Battilana e Fabio Bussotti.