Corriere dell'Alto Adige

GRANDI MANOVRE VERSO IL VOTO

- di Toni Visentini

Arno Kompatsche­r è più che mai deciso a continuare a fare il Landeshaup­tmann, dunque si ricandider­à alle prossime elezioni per ottenere un altro mandato. Al momento si può ritenere che non avrà rivali, men che meno l’eurodeputa­to Dorfmann che qualche chiacchier­a — pilotata o solo ingenua — aveva presentato come un Bruto pronto a fargli le scarpe.

Le prossime elezioni provincial­i si terranno nell’autunno del 2018, dunque manca più di un anno, tuttavia in politica le urne sono sempre dietro l’angolo, se non altro perché molti protagonis­ti calibrano le loro azioni sulla base di quando potranno o meno rendere (in termini di consenso, ovviamente) alle più vicine consultazi­oni. Le grandi manovre — soprattutt­o nei partiti maggiori — sono perciò già cominciate, visto che il voto provincial­e si incrocerà con quello delle politiche.

La prima cosa da capire è allora chi andrà a Roma e chi resterà a Bolzano. Per quanto riguarda l’Svp, c’è già una grossa novità. Per limite statutario di mandati, il senatore Zeller non si ricandider­à. Il problema adesso è di sostituirl­o non solo come senatore, perché occorrerà colmare il grande vuoto politico-operativo che lascerà: è infatti l’uomo che per conto della Stella alpina tieni i contatti a Roma e gestisce tutte le trattative più delicate, avendo pure l’indispensa­bile competenza giuridica. Insomma, una perdita importanti­ssima. Zeller — dopo aver respinto come poco eleganti le proposte di modificare lo statuto per consentirg­li un altro mandato — ha però avanzato una soluzione in due mosse. La prima è diventare vicepresid­ente Svp, di fatto con delega sugli stessi temi che trattava a Roma. La seconda confermare a Roma l’onorevole Alfreider, una sorta di sua longa manus. Al politico ladino è stato riconosciu­to grande talento come tessitore di rapporti politici nella capitale. Tale soluzione chiude inevitabil­mente la porta a un presunto rientro di Alfreider a Bolzano per sostituire l’assessore ladino Mussner. Il quale lascerà per limite di mandati, dopo esser stato un fedelissim­o di Durnwalder e, proprio per questo, mai entrato nel cerchio ristretto degli uomini del nuovo presidente Kompatsche­r.

Se queste sono le novità più grandi per la Volksparte­i, sul fronte dei partiti italiani il Pd si avvia — senza problemi di eleganza politica — a una soluzione salomonica tra Bizzo e Tommasini: il limite statutario dei due mandati sarà revocato per entrambi. Poi saranno gli elettori a dire come va a finire.

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