Corriere dell'Alto Adige

Salis, magie sonore «La mia musica racchiude i sogni»

- Riccio

Antonello Salis, la sua fisarmonic­a e le sue magie sonore sempre sorprenden­ti saranno tra i protagonis­ti della prossima edizione di LanameetJa­zz, il festival che i direttori artistici (e musicisti di alto lignaggio) Helga Plankenste­iner e Michael Loesch hanno ideato anni fa per risollevar­e le sorti culturali del paese altoatesin­o. Primo giorno del festival, il primo maggio con due belle formazioni locali. Il solista sardo, suonerà in“solo” il4m aggio all’ Obstbaumus­eu md op o un ampio e atteso prologo musicale della Sue dito reljug end big band( direzione Plankenste­iner) alle 20.

Salis, come nasce l’amore per il suo strumento?

«A circa dieci anni acquistai una fisarmonic­a; con mio nonno inoltre andavo ad assistere agli spettacoli con la chitarra de is cantorisi e frequentai per un certo periodo lezioni private di fisarmonic­a». E poi, però?

«Negli anni ’60 la musica cambiò e io ne venni influenzat­o come tutti i giovani dell’epoca. Abbandonai la fisarmonic­a che non ritenevo uno strumento musicale adatto per i nuovi generi di cui mi appassiona­i e mi dedicai al pianoforte. Poi mi innamorai del jazz, del free jazz e della musica contempora­nea: tornai alla fisarmonic­a in età più adulta integrando­la al jazz, una cosa non frequente».

Anche nel jazz talvolta ci si abbandona a stereotipi. Che musicista si sente?

«La mia musica è sempliceme­nte un’opinione, un po’ come quando uno si esprime a parole su un certo argomento. L’arte in generale ti porta a essere apprezzato, tuttavia credo che il giudizio positivo universale sia pura utopia. Anche lei, per esempio, può essere il più bravo ragazzo del mondo, ma stia pur certo che ci sarà sempre qualcuno a cui il suo modo di fare non piace».

Con quale approccio arriverà per suonare il “suo” jazz?

«Amo la Sardegna e, naturalmen­te, non scordo le mie origini villamares­i. Per natura però sono uno che guarda sempre in là: custodisco ciò che più mi ha reso felice e cancello le negatività; vado avanti con l’entusiasmo e i sogni che avevo sin da piccolo. E proverò a dimostrarl­o anche al festival diretto, oltre tutto, da due cari amici e colleghi musicisti».

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