Eroina killer, giovani a rischio Adesso il Comune reagisce «Arrivano gli street worker»
BOLZANO Per cercare di limitare i danni legati alla crescente diffusione di droghe pesanti tra i giovani, il Comune mette in campo gli street worker. L’iniziativa, già programmata, prenderà il via il prossimo primo maggio, all’indomani della tragica fine di un diciassettenne bolzanino per sospetta overdose di eroina.
«Con una spesa complessiva di circa 300mila euro, che è stata approvata con una variazione di bilancio dal consiglio comunale proprio nell’ultima seduta — spiega l’assessore alle politiche sociali, Sandro Repetto — finanzieremo questo “progetto Streetwork”, che sarà attuato, in stretta collaborazione tra loro, da Forum Prevenzione, Volontarius e associazione La Strada». Repetto spiega che si è deciso di attuare questa misura di prevenzione del disagio giovanile anche in seguito al successo ottenuto da analoghe iniziative affidate agli operatori di strada, gli street worker appunto.
«Abbiamo fatto esperienze positive sia al parco Premstaller che in piazza delle Erbe, anche se si trattava di situazioni diverse rispetto al tema della droga, riferite cioè ad altre problematiche sociali. Al parco Premstaller, comunque, grazie a questa attività sul campo, si è riusciti a risolvere un problema di convivenza tra i residenti e gli ospiti del vicino centro profughi dell’ex caserma Gorio. Gli operatori di strada — aggiunge Repetto — sono stati utilizzati con buoni risultati anche per le risse e i problemi provocati dall’abuso di alcol in piazza delle Erbe di sera oppure per la baby-gang di Casanova. Ora dunque diamo vita ad un progetto integrato, che coinvolge tre associazioni, con personale specializzato che sarà operativo in maniera costante su tutto il territorio cittadino, con l’obiettivo di prevenire il disagio giovanile, contattare i ragazzi in difficoltà e dirottarli nelle strutture pubbliche in grado di aiutarli. Non si tratta di un’iniziativa “spot”, ma di un progetto pilota serio, che durerà un anno: valuteremo i risultati solo alla fine. La recente morte del diciassettenne — conclude l’assessore — mi ha colpito molto, ed è una sconfitta per tutti».
Dello stesso avviso anche il primo cittadino Renzo Caramaschi, che commenta: «Dobbiamo farci tutti un esame di coscienza, dai familiari alla scuola, alle istituzioni. Non si può morire così, serve un appello per riuscire a trasmettere ai giovani la bellezza della vita, che non si può buttare via. La morte di quel ragazzo è una tragedia».
Due degli street worker che lavoreranno al progetto fanno parte del Forum Prevenzione, il cui direttore Peter Koler è da anni impegnato, tra l’altro, nella lotta alla droga tra i giovani. «Ho lavorato per oltre dieci anni con gli eroinomani, ma non ricordo, a Bolzano, che ci fosse mai stato prima un minorenne morto per overdose. Eppure, negli anni Novanta, ci sono stati anche dei picchi di una ventina di morti all’anno per eroina, mentre adesso i decessi sono rari. Da qualche tempo — aggiunge Koler — c’è comunque un ritorno dell’eroina e il decesso del diciassettenne rappresenta una tragica evidenza di questo trend. In questo senso si tratta della punta di un iceberg, in quanto sono diversi i giovani che fanno uso di eroina. Per capire i motivi del ritorno di questa droga, bisogna cercare di comprendere gli effetti che ha questa sostanza. A differenza dell’ecstasy, che viene utilizzato per socializzare, o della cocaina, l’eroina ha un effetto sedativo, calmante, che fa sentire al sicuro: ad essa ricorrono persone emarginate o che vivono situazioni di grave disagio. Ogni sostanza stupefacente si lega quindi ad una particolare situazione sociale. Chi usa l’eroina non lo fa quindi per divertirsi, ma perché cerca una fuga. Gli eroinomani hanno spesso alle spalle delle vite complicate, con episodi di traumi od abusi». Il Forum Prevenzione sarà dunque parte attiva nel progetto Streework, assieme a Volontarius e all’associazione La Strada. «Ognuno di noi — spiega — avrà compiti diversi, dal primo contatto in strada con i giovani al lavoro di recupero individuale o di recupero sociale. Servirà a salvare delle vite? Diciamo che riusciremo a entrare in relazione con gli eroinomani, e questo è un primo passo fondamentare per cercare un loro recupero. Come accade in un reparto ospedaliero per gravi malattie, poi, bisogna pensare che una parte dei pazienti potrà salvarsi, ma un’altra purtroppo potrebbe non farcela. L’importante, ora, è partire subito con il progetto di Streetwork».