«La politica affossa l’ente Una realtà internazionale diventa un ufficio pubblico»
BOLZANO Un enorme volano per il turismo, con centinaia di tecnici che ogni anno venivano in Alto Adige per frequentare i corsi CasaClima, con migliaia di visitatori degli stand alla fiera Klimahaus, e una fucina di confronto fra le «best practices» internazionali con l’attrazione dei migliori tecnici del settore nell’ambito di partnership su progettazione e pianificazione. Tutto ciò era l’agenzia CasaClima fino ad alcuni anni fa. «Poi, da quando nel 2012 me ne sono andato, è iniziata la parabola discendente coronato dal cambio di assetto oggi alle porte» è l’analisi dell’ex direttore di CasaClima Norbert Lantschner, la cui risoluzione del contratto portò con sé strascichi non solo politici ma anche giudiziari, ora definitivamente conclusi.
Dopo aver messo in piedi la propria agenzia Climabita e sedendo oggi sui banchi del consiglio comunale di Bolzano, Lantschner non vede alcuna soluzione di continuità nella parabola che negli ultimi anni ha interessato l’agenzia. «Da ente di riferimento nazionale e internazionale, si è voluto ora restringere i confini dell’agenzia entro la provincia, unicamente per rispondere a logiche politiche» spiega l’ex direttore di CasaClima, che proprio in queste ragioni vede la causa del proprio allontanamento dall’ente con sede in via Macello. «Alla politica interessano i voti e naturalmente coinvolgere realtà di altre zone dell’Italia non porta alcun voto, cosa che invece accade quando l’agenzia opera solo sul territorio provinciale con soggetti del territorio» è l’accusa di Lantschner, che invece rivendica di essersi battuto per introdurre — senza riuscirvi — un criterio meritocratico dove il metro di confronto fosse lo standard nazionale e non quello locale.
«Era questo il motivo per cui già sotto l’assessorato Laimer io sono stato attaccato e il rapporto di lavoro si è concluso con il mio allontanamento da CasaClima» precisa l’ex direttore, che vede ora in questa nuova linea provinciale «un depotenziamento dell’ente, ravvisabile ad esempio anche nel passaggio in secondo piano della denominazione “CasaClima” in favore del più locale “Agenzia Alto Adige CasaClima”, che è il coronamento finale di quanto accaduto sin dal mio allontanamento dall’agenzia».
Ciò che secondo Lantschner manca all’agenzia è «una visione prospettiva di sviluppo futuro a medio-lungo termine, che preveda una operatività anche al di fuori dei confini provinciali, così com’era stato fino al recente passato, magari a stretto contatto con le analoghe realtà del Trentino. Già cinque anni fa registravo poco interesse e impegno da parte della politica per mantenere l’agenzia nel suo ruolo di faro a livello nazionale sui temi del costruire sostenibile, ma ora è divenuto palese a tutti che l’intento è gestirla come un ufficio provinciale al pari di tutti gli altri».