Lugli e Grillo: welfare generativo Lerner: guardo i confini con spavento
BOLZANO Una crisi economica perdurante, una disoccupazione giovanile che continua ad aumentare. Fenomeni che richiedono di superare l’attuale forma di welfare basato sulla ridistribuzione di risorse tramite il sistema fiscale, per arrivare ad una forma di welfare che rigeneri risorse già disponibili, responsabilizzando i cittadini. In una sola parola «welfare generativo».
Di questo si è discusso ieri sera al Festival delle Resistenze, in una tavola rotonda moderata da Luca Barbieri, che ha visto come relatori il vicepresidente della Provincia Christian Tommasini, il rettore della Lub Paolo Lugli e in collegamento da Oxford il politologo Francesco Grillo.
«Solo insieme possiamo affrontare problemi complessi — esordisce Tommasini — come sistema territoriale possiamo lavorare bene per avere in futuro alti indici di occupazione, di coesione sociale e di integrazione. Tutti elementi che possono tradursi in competitività».
Coesione sociale e integrazione rappresentano infatti, in accordo tra tutti i relatori, il fondamento per una provincia più competitiva: «La Baviera è un esempio di competitività da seguire — afferma il rettore Lugli — è terra di confine come la nostra, ma la coesione è molto forte. La competitività va di pari passo con la coesione e l’integrazione. Laddove vi sono barriere è molto difficile parlare di competitività. Attualmente l’università ha fatto ancora poco per farsi conoscere anche all’interno del territorio». A lanciare l’assist a Bolzano è stato Grillo: «Una città come Bolzano ha la possibilità teorica di poter competere con altre città, ne ha le caratteristiche, a patto che si riescono a centrare obiettivi come una innovazione continua, anche nel welfare. Bisogna risolvere la contraddizione che c’è tra coesione e innovazione. C’è bisogno di tutte e due».
La Provincia, dal canto suo, ha già iniziato a muoversi verso una innovazione del welfare. In primis con il progetto di co-housing a Oltrisarco. Poi, con un bando, ha concesso a titolo gratuito quattro locali sfitti dell’Ipes nel quartiere Don Bosco a quattro associazioni: Social Innovation Sudtirol, Medialab, La Strada e Confcooperative. Queste attività sono esempi di welfare generativo. Chi riceve si impegna per l’integrazione e la coesione sociale. Poi la mostra fotografica: «Abbiamo paura dei gommoni, ma i gommoni siamo noi», con un dialogo con Marianella Sclavi, antropologa urbana e Massimo Cirri, conduttore di Caterpillar. Il festival si è chiuso con l’intervento di Gad Lerner, che ha discusso con il pubblico del valore dei confini «ai quali continuo a guardare con un certo spavento poiché non è concesso a tutti passarli».