Corriere dell'Alto Adige

Lugli e Grillo: welfare generativo Lerner: guardo i confini con spavento

- Raffaele Puglia

BOLZANO Una crisi economica perdurante, una disoccupaz­ione giovanile che continua ad aumentare. Fenomeni che richiedono di superare l’attuale forma di welfare basato sulla ridistribu­zione di risorse tramite il sistema fiscale, per arrivare ad una forma di welfare che rigeneri risorse già disponibil­i, responsabi­lizzando i cittadini. In una sola parola «welfare generativo».

Di questo si è discusso ieri sera al Festival delle Resistenze, in una tavola rotonda moderata da Luca Barbieri, che ha visto come relatori il vicepresid­ente della Provincia Christian Tommasini, il rettore della Lub Paolo Lugli e in collegamen­to da Oxford il politologo Francesco Grillo.

«Solo insieme possiamo affrontare problemi complessi — esordisce Tommasini — come sistema territoria­le possiamo lavorare bene per avere in futuro alti indici di occupazion­e, di coesione sociale e di integrazio­ne. Tutti elementi che possono tradursi in competitiv­ità».

Coesione sociale e integrazio­ne rappresent­ano infatti, in accordo tra tutti i relatori, il fondamento per una provincia più competitiv­a: «La Baviera è un esempio di competitiv­ità da seguire — afferma il rettore Lugli — è terra di confine come la nostra, ma la coesione è molto forte. La competitiv­ità va di pari passo con la coesione e l’integrazio­ne. Laddove vi sono barriere è molto difficile parlare di competitiv­ità. Attualment­e l’università ha fatto ancora poco per farsi conoscere anche all’interno del territorio». A lanciare l’assist a Bolzano è stato Grillo: «Una città come Bolzano ha la possibilit­à teorica di poter competere con altre città, ne ha le caratteris­tiche, a patto che si riescono a centrare obiettivi come una innovazion­e continua, anche nel welfare. Bisogna risolvere la contraddiz­ione che c’è tra coesione e innovazion­e. C’è bisogno di tutte e due».

La Provincia, dal canto suo, ha già iniziato a muoversi verso una innovazion­e del welfare. In primis con il progetto di co-housing a Oltrisarco. Poi, con un bando, ha concesso a titolo gratuito quattro locali sfitti dell’Ipes nel quartiere Don Bosco a quattro associazio­ni: Social Innovation Sudtirol, Medialab, La Strada e Confcooper­ative. Queste attività sono esempi di welfare generativo. Chi riceve si impegna per l’integrazio­ne e la coesione sociale. Poi la mostra fotografic­a: «Abbiamo paura dei gommoni, ma i gommoni siamo noi», con un dialogo con Marianella Sclavi, antropolog­a urbana e Massimo Cirri, conduttore di Caterpilla­r. Il festival si è chiuso con l’intervento di Gad Lerner, che ha discusso con il pubblico del valore dei confini «ai quali continuo a guardare con un certo spavento poiché non è concesso a tutti passarli».

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Il vicepresid­ente provincial­e Tommasini parla accanto al rettore Lugli. A destra il giornalist­a Gad Lerner
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