Itas, le agenzie riunite decidono la linea «Il cda stralci la proroga del mandato»
Delegati contro le modifiche statutarie. Conzatti e Sani: «No alle fughe in altri territori»
TRENTO Giornata di riunioni per le agenzie di Itas Mutua. Molti dei rappresentanti dei soci sparsi sul territorio si riuniranno nel corso della giornata di oggi per definire la linea di ciascuna delegazione in vista dell’assemblea di domani.
Ogni agenzia provvederà a chiarire la propria posizione rispetto alle modifiche allo statuto che verranno proposte nel corso dell’assise, anche se sulla possibilità di prorogare il mandato del presidente l’idea pare sarà condivisa dalla grande maggioranza: «No secco», spiega sotto garanzia di anonimato chi parteciperà all’incontro. A dirla tutta, i delegati si augurano che non venga nemmeno chiesto loro di esprimersi in merito a tale possibilità, ritenendo che «il consiglio d’amministrazione dovrebbe presentarsi e come prima cosa annunciare lo stralcio della modifica». Questa è però l’opinione dei più moderati, che nei diversi uffici potrebbero trovarsi di fronte esponenti del gruppo degli “intransigenti”, pronti a presentarsi con netto anticipo sull’orario d’inizio dell’incontro con il solo scopo di prenotare il proprio intervento dal palco da cui chiedere poco dopo «le dimissioni del presidente e di tutto il cda».
Ma le riunioni programmate per la giornata odierna da alcune agenzie dovrebbero servire proprio anche a chetare l’ira dei delegati «più amareggiati e arrabbiati perché negli anni si sono spesi personalmente a favore di Itas». Anche perché l’idea più diffusa è che «difficilmente il presidente si presenterà da dimissionario» nonostante molti condividano la logica secondo cui «se non ha visto non è all’altezza del ruolo e se invece ha visto ha delle grosse responsabilità». Tantomeno ci si aspetta che a lasciare l’incarico sia qualcuno degli altri membri del cda, che la maggior parte dei rappresentanti dei soci non ritiene responsabili a tal punto da chiederne le dimissioni. Pare nel frattempo crescere il fronte del «no» anche in relazione all’altra importante modifica allo statuto che potrebbe essere presentata, quella che prevede l’aggiunta delle parole «di norma» nell’articolo che regola la località in cui si tiene l’assemblea, oggi prevista in una località del Trentino Alto Adige, e che potrebbe così essere spostata fuori dai confini regionali. Un aspetto che preoccupa diversi delegati in vista del futuro, per il quale si teme addirittura un possibile cambiamento di sede dell’istituto.
Sul tema è intervenuta ieri anche la politica. Donatella Conzatti e Roberto Sani della «Maggioranza Libera Upt» hanno consigliato al presidente Di Benedetto «passi lunghi e ben distesi, auspicando pro futuro un presidente di almeno una generazione più giovane». «Urge ricostruire un clima di fiducia, laboriosità e sobrietà — continuano — a tutela dell’istituzione, dei molti lavoratori e soci ma soprattutto dell’autonomia di questa terra». A Itas chiedono di «non ricattare la Provincia e non cercare fughe in altri territori». Un’invocazione, quest’ultima, in relazione alla quale si è espressa nuovamente la Lega Nord del Trentino. «È un periodo in cui si parla molto dei silenzi del presidente Rossi sul caso Itas, dove inspiegabilmente tace sul rischio che la testa della azienda se ne vada dal Trentino — accusa il segretario Maurizio Fugatti — con tutte le conseguenze negative collegate per i lavoratori e le casse della Provincia».
In Consiglio provinciale approda invece un’interrogazione di Giacomo Bezzi (Forza Italia) il quale chiede proprio al governatore «a quanto ammonta il canone d’affitto degli uffici provinciali trasferiti nello storico palazzo di via Mantova», sede di Itas prima che l’istituto si trasferisse nel quartiere de Le Albere.