Kompatscher: difendiamo la democrazia
Liberazione, cerimonia con il Landeshauptmann: «Attenzione a chi invoca l’uomo forte»
Un corteo guidato dal sindaco Caramaschi, l’altro dal vicesindaco Baur, mentre il presidente della Provincia Arno Kompatscher, dal punto di ritrovo in piazza Matteotti, ha lanciato un appello per la difesa della democrazia. «In tempi di migrazione, terrorismo e incertezza si alza la voce di chi chiede un uomo forte, mentre il 25 aprile ci ricorda che questo porta inevitabilmente verso la catastrofe» ha ricordato.
BOLZANO Due cortei, le massime cariche istituzionali in prima fila, le corone deposte davanti ai monumenti ai caduti, e un’amatriciana di solidarietà, organizzata con Anpi e il Festival delle Resistenze, in collaborazione con il gruppo alpini, per manifestare ancora una volta la vicinanza alle popolazioni colpite dal terremoto nel Centro Italia: Bolzano ha festeggiato così la sua Festa della Liberazione.
Come detto, sono stati due i cortei che hanno attraversato la città in occasione del 25 aprile, uno guidato dal sindaco, Renzo Caramaschi, l’altro dal vicensindaco, Christoph Baur: le istituzioni si sono date poi appuntamento in piazza Adriano e hanno toccato il muro del Lager, prima di concludere le celebrazioni, per la prima volta, in piazza Matteotti.
«In tempi di migrazione, terrorismo e incertezza si alza la voce di chi chiede un uomo forte — ha dichiarato il presidente della Provincia, Arno Kompatscher — il 25 aprile ci ricorda invece che questo porta inevitabilmente verso la catastrofe. I valori della democrazia e della solidarietà tra i popoli vanno difesi ogni giorno».
Presenti alle cerimonie, anche il commissario del governo di Bolzano, Elisabetta Margiacchi, il vicepresidente della Provincia, Christian Tommasini, i rappresentanti del comando delle truppe alpine e l’Anpi, che quest’anno, per le celebrazioni, ha collaborato con il Festival delle Resistenze, l’amministrazione comunale e l’Arci-Uisp.
«L’entusiasmo per la libertà, conquistata in questo giorno, instauri nei giovani la fiducia e i valori di una società più solidale e meno egoista — ha dichiarato Caramaschi — con la Liberazione siamo usciti da un ventennio veramente oscuro, di dittatura: conquistare la libertà è stata una grande gioia. Speravo in una pace che si realizzasse con la caduta del muro di Berlino, ma dal 1989 in poi, invece, è stato un susseguirsi di guerre, di atrocità. Assistiamo alla migrazione di popoli, siamo in affanno nel riceverli e nel dare loro dignità. Occorre la sensibilità dell’umanità, perché siamo un’umanità che arranca, che ansima e dobbiamo recuperare quei valori della resistenza che è riuscita a dare libertà a un Paese. Questa libertà ci affascina: noi combattiamo giorno dopo giorno, nell’istituzione, per riaffermarla con forza».
Alla fine della mattinata, è stata organizzata un’amatriciana solidale a favore delle popolazioni colpite dal terre-
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