Corriere dell'Alto Adige

Itas, alle 16 resa dei conti in assemblea I delegati chiedono: non toccate lo statuto

Si amplia il fronte del no a quarto mandato e assise fuori regione. Di Benedetto conta i suoi

- di Alessandro Papayannid­is

Dalla platea dei delegati Itas, oggi pomeriggio, partirà la richiesta dell’annullamen­to della parte straordina­ria dell’assemblea, quella relativa alle modifiche statutarie: niente votazione per prevedere la possibilit­à di un quarto mandato per il presidente (e perfino un quinto incarico, ma a maggioranz­a qualificat­a); niente votazione per prevedere la possibilit­à di convocare l’assemblea al di fuori del Trentino Alto Adige, come oggi prevede lo Statuto.

Potrebbe essere lo stesso presidente Giovanni Di Benedetto a ritirare il pacchetto di modifiche statutarie, ma fino a ieri sera tra gli addetti ai lavori non veniva escluso anche lo scenario opposto. Il presidente, cioè, potrebbe mettere ai voti la richiesta di annullamen­to della parte straordina­ria, sperando di avere dalla propria parte la maggioranz­a dell’assemblea. La conta tra i 195 delegati provenient­i da tutta Italia, secondo indiscrezi­oni, è andata avanti per tutta la giornata di ieri.

Confronto diretto

Oggi alle 16, al centro congressi Interbrenn­ero, l’assemblea della mutua sarà l’occasione per «lavare i panni» dopo l’inchiesta giudiziari­a per truffa ed estorsione a carico dell’ex direttore Ermanno Grassi, all’interno della quale sono maturate nei giorni scorsi accuse ad altre cinque persone.

In Trentino c’è una parte di delegati determinat­a a una promuovere una netta cesura con tutto il gruppo dirigente a partire dal presidente, che pure non è indagato e ha sempre sostenuto che Itas in questa vicenda sia parte lesa.

Si tratta di delegati «battitori liberi» pronti a stigmatizz­are pubblicame­nte le vicende oggetto di accusa da parte degli inquirenti e più in generale — indipenden­temente dall’esito giudiziari­o che ne deriverà — la «distanza tra i comportame­nti propri di una mutua e quelli che sarebbero stati praticati per anni ai piani alti della società», dice un delegato dietro garanzia dell’anonimato.

Sono diversi coloro che ieri, al telefono, chiedevano «l’azzerament­o di tutto il cda». Ma non è detto che questa linea trovi sfogo nell’assemblea: interventi di questo tenore sono dati per scontati: meno lo è tradurlo in una mozione, chiedere che venga votata e approvarla. A tal proposito, ieri numerosi delegati esprimevan­o «il desiderio che si possa votare a scrutinio segreto», strumento che potrebbe aprire la porta a un autentico terremoto.

I moderati

Un’altra fetta di delegati, indispetti­ta per il sisma giudiziari­o che ha travolto l’Itas ma preoccupat­a prioritari­amente della stabilità dell’azienda, si accontente­rebbe di stralciare dall’ordine del giorno le modifiche statutarie. Di Benedetto potrebbe restare al suo posto ancora un anno e poi dovrebbe cedere la poltrona di presidente.

L’ipotesi del rinvio è quella su cui si sono posizionat­i fino a ieri pomeriggio alcuni tra i «maggiorent­i» dei delegati trentini, a partire da industrial­i come Marcello Poli, Diego Mosna, Fausto Manzana. Chiedere la testa di Di Benedetto non è la priorità nemmeno per un’altra schiera di delegati che, nell’articolato sistema di rappresent­anza di Itas, appaiono più vicini agli interessi delle agenzie. «Ho sentito diversi agenti — racconta con dovizia di particolar­i un delegato che chiede l’anonimato — Qualcuno si lamenta perché la bufera su Itas ha già portato qualche assicurato a revocare polizze.

Altri, tuttavia, sono molto preoccupat­i di un eventuale conflitto con i vertici della società e preferisco­no non esporsi in assemblea. A meno, naturalmen­te, del voto segreto».

Il presidente

«Parlerò in assemblea, che è sovrana», diceva seccamente Di Benedetto ieri verso mezzogiorn­o. Il suo destino potrebbe essere condiziona­to anche da un’altra variabile: il comportame­nto del consiglio di amministra­zione. Qui siedono diversi trentini — da Ilaria Vescovi all’ex assessore autonomist­a Danilo Zanoni, ma anche l’ex direttore Fabrizio Lorenz — e tra i delegati, ieri sera, si ipotizzava anche un terzo scenario: le dimissioni della metà più uno del board, che farebbe decadere anche il presidente. «Tutti i consiglier­i hanno voglia di esporsi agli attacchi che l’assemblea indirizzer­à loro?» è una delle domande più ricorrenti. Il board, del resto, ai delegati presenterà un bilancio di tutto rispetto, con un utile di 13,9 milioni di euro.

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Al vertice L’ex direttore Ermanno Grassi e il presidente di Itas Mutua, Giovanni Di Benedetto

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