Corriere dell'Alto Adige

Mandato e sede Dietrofron­t Itas dopo lo scandalo

Dellai apprezza la dilazione della discussion­e. Ianeselli e Alotti: «Ripristina­re valori e legalità»

- Papayannid­is

Dopo lo scandalo scatta il dietrofron­t del gruppo Itas. Mandato e sede sono stati i temi centrali dell’assemblea che ha approvato il bilancio e confermato fiducia al presidente.

TRENTO «Come ho già detto in precedenza, credo che una pausa di riflession­e dopo quanto accaduto sia più che opportuna». Lorenzo Dellai, deputato di Democrazia solidale, commenta l’esito dell’assemblea dei delegati di Itas mutua, riunita ieri in rappresent­anza di oltre 696.000 soci e assicurati. La “cacciata” del presidente Di Benedetto e del cda non si è verificata, come forse avrebbero sperato quanti sono stati spiazzati dalla realtà evidenziat­a dall’inchiesta incentrata sull’ormai ex direttore Ermanno Grassi.

Il rinvio della parte straordina­ria dell’assise, relativa alle modifiche statutarie per un eventuale nuovo mandato di Di Benedetto, rientra nella direzione auspicata dal deputato. La stessa assemblea, successiva­mente, ha però con 149 sì, 9 astenuti e 4 contrari «espresso solidariet­à e fiducia al presidente e all’intero cda nella certezza che questi continuera­nno ad operare per la crescita di Itas e la salvaguard­ia dei suoi valori». «Una seria pausa di riflession­e è più che opportuna – riprende Dellai – perché Itas opera in un mercato nel quale l’affidabili­tà e la credibilit­à sono punti fondamenta­li. Mi auguro che il rinvio consenta una riflession­e a 360 gradi, come merita Itas».

Franco Ianeselli, segretario Cgil, torna a sollecitar­e «discontinu­ità» nell’amministra­zione. «Al di là delle responsabi­lità penali individual­i, da accertare, assistiamo a un grande problema di mancato controllo e mancata trasparenz­a» afferma il segretario menzionand­o la realtà eviscerata dall’indagine. «Ritengo inopportun­o immaginare deroghe per gli amministra­tori, pur di fronte a un risultato di bilancio notevole (utile preimposte del gruppo a 25,6 milioni di euro, ndr), sono emersi episodi di grave malcostume. Oltre ai fatti penali da accertare, per la governance si può parlare di mancato controllo o azioni lontane dall’immagine che di Itas avevamo noi trentini. È il caso di ripristina­re i valori per cui la mutua è nata».

Walter Alotti, segretario Uil, parte notando come in sala non si sia registrata una sollevazio­ne contro Di Benedetto e il cda. «Gli organismi di una società privata perseguono interessi privati. Continuiam­o a auspicare pulizia e legalità, oltre che la possibilit­à per i dipendenti di avere un rappresent­ante nel cda di mutua e fondazione. Non faccio il moralista: se i delegati riterranno ammissibil­e la continuazi­one degli attuali amministra­tori, ne sono felice. A me interessa che la magistratu­ra faccia il suo corso».

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(Rensi) Segretari Nella foto, a sinistra Walter Allotti, guida della Uil. A sinistra Franco Ianeselli, segretario della Cgil. I due hanno si sono espressi a favore di una discontinu­ità

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