LA STORIA DA CONDIVIDERE OLTRE GLI ANTICHI CONTRASTI
Anche quest’anno ho avuto la possibilità di partecipare con la solita commozione e senso di rispetto, che la giornata merita, alle celebrazioni del 25 Aprile. Dopo 70 anni, e diversi tentativi di riconciliazione andati ahimè a vuoto, questa importante giornata viene vissuta ancora in modo conflittuale. A seconda dei punti di osservazione, soprattutto la politica, ha prodotto una diversità di «memorie» spesso anche del tutto personalizzate, quasi sempre inconciliabili e antagoniste tra di loro. Comunque sia, quello che anche quest’anno ho notato è la quasi totale assenza del centrodestra ( tranne il sottoscritto e il sindaco di Laives, Christian Bianchi) alle celebrazioni ufficiali. La domanda è: perché? Sono ormai passati 70 anni e la riconciliazione nel nome di una memoria condivisa è ancora lontanissima. Perché? Credo quindi che il compito attuale di chi si occupa di politica non sia più solo di fare memoria, ma di completare la conoscenza di quegli avvenimenti narrando le conseguenze che ne sono derivate. È giunto il momento di fare il punto su ciò che ha rappresentato la memoria ora che sta finendo l’apporto dei suoi testimoni diretti. Le loro testimonianze ritrovano una propria utilità se messe in relazione non con il passato che intendono ricordare, ma con il presente in cui si inseriscono, con la consapevolezza che viviamo un periodo di pace e benessere che è il risultato della Resistenza, ma anche di tutto il lavoro fatto dalle tante donne e dai tanti uomini che sono stati gli artefici del mantenimento di oltre 70 anni di pace. Ricordare il 25 aprile 1945 vuole dire anzitutto dare una possibilità straordinaria a chi non c’era di conoscere e di misurarsi con la Resistenza nel suo significato essenziale: quel giorno simbolicamente l’Italia ha riconquistato la libertà, ha rialzato la testa dalla dittatura, ha ridato la speranza. Viviamo da oltre venti anni la scomparsa dei partiti organizzati della prima Repubblica. Non è un caso che proprio in tale contesto si stiano facendo sempre più pressanti e sempre più esplicite le richieste di revisionismo. Fu un errore non aver iniziato subito una discussione storiografica sugli avvenimenti che necessitavano di essere completamente narrati; sappiamo bene che invece molti (soprattutto quelli scomodi) furono tenuti ben nascosti. Nessun revisionismo avrà mai successo se non saremo in grado di rappresentare la storia di cui stiamo parlando, senza omissioni. È la condizione attraverso la quale gli italiani manterranno inalterato il giudizio su antifascismo e fascismo, sulla Resistenza, sulla Liberazione, come aspetto indispensabile per vivere la cittadinanza nella democrazia riconquistata. I contenuti delle polemiche che tendono a parificare i fronti in lotta sono evidenti. Essi, tuttavia, non vanno contrastati solamente con il diniego, ma con la franca ammissione di ogni evento senza alcuna remora nel doverli approfondire. C’è solo una strada da seguire ed è quella della conoscenza che rafforza la libertà. Enrico Lillo, BOLZANO
Caro dottor Lillo,
Grazie innanzi tutto per la sincerità che ritrovo nelle sue parole. Immagino che siano il risultato di un percorso — anche personale — non sempre facile. Il perché lo spiega lei stesso quando ricorda le troppe assenze di esponenti del centrodestra agli appuntamenti del 25 aprile. Ma il centrodestra, lo dice la parola stessa, non è tutto eguale. È proprio il centro (l’area liberal-cattolica) che invece nella Resistenza, nei suoi valori e nel suo significato dovrebbe riconoscersi senza remore. Ma, spesso per spicciolo interesse politico, l’alleanza con la destra l’ha quasi costretto ad adeguarsi a quella logica partitica. E la destra da noi si incarna storicamente proprio in coloro che si consideravano eredi del fascismo (alcuni si ritengono tali ancora oggi). Credo che i moderati del centrodestra e la destra di origine non fascista dovrebbero rivendicare la propria adesione ai valori di libertà che sono il fondamento della Resistenza e della nostra democrazia. Anche per tale motivo ritengo esemplare la sua presenza alle cerimonie del 25 Aprile.