«Climbing games», l’arrampicata raccontata da Ondra
Oggi il fenomeno ceco presenterà una serata sulla disciplina, con un occhio alle Olimpiadi
Dopo aver aperto la 65esima edizione con una grande serata condotta da Reinhold Messner, il Trento Film Festival rilancia alla grande.
Per la sua seconda serataevento sul palco dell’auditorium Santa Chiara (inizio alle 21), la rassegna trentina ci fa trovare sul piatto un altro vero asso della montagna: il climber ceco Adam Ondra, che questa sera accompagnerà il pubblico nel ripercorre le tappe salienti della storia dell’arrampicata sportiva — nata in Italia, e di cui Arco è uno dei capoluoghi riconosciuti a livello internazionale — che debutterà come sport olimpico a Tokyo 2020.
«L’arrampicata sportiva incarna i valori fondamentali del movimento olimpico» si legge nel comunicato dell’Ifc — International Federation of Sport Climbing — a seguito della comunicazione ufficiale del consiglio olimpico.
«Si tratta di uno sport emozionante, sano e accessibile che può essere praticato in tutti i cinque continenti. Donne e giovani sono ben rappresentati e partecipano anche persone con disabilità. Nel cuore dell’arrampicata sportiva c’è lo spirito delle Olimpiadi».
E non ci poteva essere persona migliore di Adam Ondra per raccontarci questo sport e il suo percorso fino alla «nobilitazione» olimpica.
Adam è un amico di lunga data della kermesse trentina dedicata alla montagna che, da parte sua, lo ha seguito e da sempre lo segue in tutte le sue incredibili perfomance, una delle quali — la più recente — è stata realizzata qualche settimana fa proprio ad Arco. Il giovane climber, infatti, ha inaugurato Queen Line, una nuova via sulla falesia di Laghel: la prima, in questa zona, valutata come difficoltà 9b. Per i non addetti ai lavori: il livello massimo, nella scala di valutazione francese generalmente utilizzata per classificare la difficoltà delle nuove vie in parete, è 9b+. Nella stessa giornata Adam ha ripetuto anche Ultimatum, la via aperta nel dicembre 2016 e giudicata 9a+ e, pochi giorni prima, aveva risalito una via 8c in Frankenjura (Germania) che, dopo la sua apertura, non era più stata percorsa.
«Per me arrampicare è sem- pre stato naturale, come camminare. Da bambino immaginavo che tutti si arrampicassero, non sapevo che fosse una specialità» ha raccontato pochi giorni fa al Corriere del Trentino il fortissimo climber. «Ho capito di esserci portato — ha aggiunto Ondra — quando a sei anni sono arrivato terzo in una gara con bambini che avevano tre o quattro anni più di me. Un risultato che mi ha motivato molto per il futuro, insieme alla lettura del libro Rock Stars, di Heiz Zak».
La serata di oggi, dal titolo «Climbing Games. Da Bardonecchia 1985 a Tokyo 2020» ci poterà alla scoperta della passione che muove Adam, e con lui molti altri, ripercorrendone la storia con racconti e immagini decisamente mozzafiato.