«Polizza scaduta, la notifica giunse post mortem»
Processo per il metanolo killer. L’accusa: la moglie dimostri che era al corrente
BOLZANO Spunta un nuovo importante elemento nel processo a carico di Jana Surkalova, accusata di aver avvelenato con il metanolo, uccidendolo, il marito Josef Surkala, operaio stagionale presso la ditta Alois Defranceschi di Laives.
Ieri, infatti, l’accusa, sostenuta dal Procuratore Giancarlo Bramante, ha prodotto un documento riguardante la polizza sulla vita stipulata dalla vittima. Si tratta della comunicazione della compagnia, inviata post mortem all’uomo, nel quale si avvisa che l’assicurazione è scaduta nell’aprile 2013, alcuni mesi prima della morte dell’operaio. La comunicazione, però, è datata gennaio 2014, appena tre settimane dopo il decesso. La polizza è considerata dall’accusa uno dei possibili moventi dell’omicidio; la moglie di Surkala, però, ha sempre sostenuto di essere stata a conoscenza del fatto che l’assicurazione fosse scaduta. L’accusa, però, nell’udienza di ieri ha ricordato che «fino ad oggi la difesa non ha prodotto alcun certificato che attesti la conoscenza pregressa di questo dettaglio da parte dell’imputata».
Nel corso dell’udienza di ieri, alla quale era presente anche la Surkalova, è stata ascoltata una teste dell’accusa, un’amica della coppia che nel corso della sua testimonianza ha dichiarato di essere a conoscenza di una relazione extraconiugale dell’imputata, che avrebbe avuto una storia con l’allenatore della squadra di calcio del figlio.
«Quando Josef era a casa sua, Jana non provava gioia», ha raccontato la teste, che per un periodo avrebbe lavorato per la signora Surkalova, della quale era anche amica.
Nelle prossime settimane verrà inoltre sentita con rogatoria internazionale una teste citata dalla difesa, un’amica di famiglia assicuratrice che avrebbe stipulato la polizza di Josef e sulla quale potrebbe fornire ulteriori dettagli.