Mebo center, partita riaperta
Tar, Provincia sconfitta. Rimosso il veto, la struttura di Ponte Adige punta al rilancio
L’area dove si trova l’edificio del Mebo center a Ponte Adige potrebbe in futuro essere riqualificata e riutilizzata. A renderlo possibile è una sentenza del Tar che ha sbloccato la situazione. La cordata di imprenditori guidata da Robert Pichler, patron di Alimco, ha già in mente un mix di imprese e servizi per dare nuova vita all’area. La Provincia aveva posto un veto sull’area, stabilendo l’impossibilità di trasformarla in zona produttiva. Ora i giudici amministrativi hanno ribaltato questo verdetto, stabilendo che la zona può essere rivitalizzata.
BOLZANO In una notte di mezza estate, il sogno (incubo per alcuni) di dare una nuova vita al rudere del Mebo Center si fa più reale. Il Tar ha bocciato la decisione con cui la giunta provinciale aveva cassato la trasformazione del terreno di Ponte Adige da verde agricolo a zona produttiva d’interesse comunale. Secondo i giudici, le presunte interferenze col futuro centro intermodale di mobilità, «al momento una mera intenzione», non giustificano lo stop. Il gruppo di imprese guidato da Robert Pichler può dunque ricominciare a sperare: il progetto di rilancio prevede un mix di attività produttive e servizi.
Quella del Mebo Center è una delle battaglie più emblematiche tra le tante scoppiate sul commercio in città. Il complesso di 53.000 metri cubi era stato costruito negli anni ’90 dall’imprenditore bolzanino Giorgio Bertagnolli. Doveva essere, nelle sue intenzioni, il primo centro commerciale dell’Alto Adige. Dopo uno scontro durissimo, nel 2004 il Consiglio di Stato bocciò definitivamente il progetto. Da allora il Mebo Center vive in un limbo: l’edifici di cemento, che ha ospitato negli anni solo piccole attività, è diventato un rudere sempre più cadente, anche se formalmente è ancora classificato come verde agricolo.
Qualche anno fa un gruppo di imprese sudtirolesi ha rilevato le quote della società nel tentativo di promuovere un rilancio: a guidare la cordata è Robert Pichler, patron della Alimco (ditta di forniture alimentari da 450 milioni di fatturato) e padrone di molti locali del centro storico (dall’Hotel Greif a metà del Kaiserkron). Scopo dell’iniziativa non è più quella di creare un centro commerciale, ma una zona «mista» con servizi, attività, produttive e spazi artigianali. La scommessa è anche quella di intercettare il flusso di pendolari che dovrebbe arrivare con il nuovo centro intermodale della mobilità ipotizzato dalla Provincia.
Ma proprio quest’ultimo progetto è il principale motivo per cui la giunta provinciale, due anni esatti fa, bocciò la variante urbanistica già approvata dal consiglio comunale (su iniziativa dell’allora assessora Chiara Pasquali). Secondo Palazzo Widmann, infatti, la trasformazione del sito potrebbe interferire sulla futura pianificazione dell’area. Di qui il ricorso degli imprenditori (non del Comune: la nuova giunta si è estraniata dal contenzioso) e la sentenza del Tar che cassa piuttosto ruvidamente la delibera provinciale.
«Il centro intermodale di Ponte Adige — scrive l’estensore Alda Dellantonio — non esiste nel mondo fisico. Non solo: non esiste nemmeno a livello della sua previsione in un atto di pianificazione idoneo a tradurlo dall’alea delle mere intenzioni a un sufficiente grado di plausibilità». Né basta, secondo i giudici, la «semplice mozione consiliare» promossa dai verdi e approvata dal consiglio provinciale, che impegnava la giunta a elaborare un progetto condiviso dalla popolazione. Insomma, nella decisione della giunta Kompatscher il Tar ravvisa e censura «una strategia meramente attendista».
Igor Janes, il legale dei ricorrenti, è ovviamente soddisfatto della decisione: «La sentenza — commenta — pone nuovamente le premesse per la riqualificazione dell’area, che a nostro avviso non è assolutamente in contrasto con il centro di mobilità. Anzi, i privati potrebbero essere coinvolti nel progetto».
L’avvocato Janes Il progetto non crea interferenze con il centro di mobilità a Ponte Adige Anzi, sono possibili sinergie