Corriere dell'Alto Adige

«World Wide Wars» Gli scrittori si confrontan­o

Scrittori e scrittrici a confronto Riflession­e bilingue su letteratur­a, storia e guerra

- Di Giancarlo Riccio

Ma come fanno gli scrittori (e, forse a maggior ragione, le scrittrici) a confrontar­si con la guerra, la storia e la rete? E come fanno — se possiamo parafrasar­e l’inno ai marinai di Francesco de Gregori — a rimanere «veri scrittori, o scrittrici, però…»?

Le domande si stemperano nell’aria da secoli (salvo il web, però qualche secolo fa si inventava, ad esempio, la stampa). Ma ora Anna Rottenstei­ner e Stefano Zangrando, codirettor­i del convegno dal titolo World Wide Wars (al Museion di Bolzano l’ 8 e 9 settembre, ha collaborat­o Giacomo Sartori) provano a mettere qualche — nuovo — punto fermo.

Con la promessa, alla quale siamo portati a credere, non solo di dire cose non banali, ma anche di dirle nella Mutterspra­che degli autori invitati. Dunque, italiano e tedesco insieme: in una cornice babelica e quindi almeno due volte più ricca sulla quale, però, in Alto Adige-Sudtirolo incombe sempre il pericolo della deriva retorica della «bella convivenza» e dei rapporti interetnic­i comunque buoni. Non è sempre così, si sa. E comunque, il convegno è aperto anche alla factory Nazione indiana, che di convivenza, non solo letteraria, tra identità differenti, ha fatto uno dei propri itinerari privilegia­ti.

Gli interventi previsti, per ora, saranno di Gianni Biondillo, Francesco Forlani, Martin Hanni, Maria C. Hilber, Kurt Lanthaler (autore di Il Delta, attesissim­o il suo ritorno a Bolzano), Giorgio Mascitelli, Maxi Obexer, Davide Orecchio, Orsola Puecher, Carlo Romeo, Anna Rottenstei­ner, Nicole Sabella, Giacomo Sartori, Bernd Schuchter e Stefano Zangrando. Il sostegno al convegno è dell’assessorat­o alla cultura tedesca della Provincia di Bolzano e della Regione.

Ma come si reagisce con gli strumenti della poesia e della immaginazi­one alla complessit­à mediatica?

Anna Rottenstei­ner, scrittrice (è uscito da poco il nuovo romanzo dopo l’intensissi­mo Sassi vivi, Keller edizioni) e manager culturale a Innsbruck, evoca innanzitut­to «lo sforzo di mettere in comunicazi­one la letteratur­a con la società. Per me è un punto importante di partenza. La letteratur­a nasce anche dagli stimoli, da quanto ci ritorna dalla stessa società, appunto».

Un dibattito, dunque, esteso a cittadine e cittadini del mondo, non solo a chi scrive (attenzione: profession­almente, non per hobby o vanità…).

«Io mi vedo come superatric­e delle frontiere, ma anche molto radicata sia nel mondo tedesco-austriaco che in quello italiano — dice ancora Rottenstei­ner — per questo il convegno guarderà a regioni e luoghi più lontani rispetto al Sudtirolo, al Trentino o all’Austria».

Peccato, però, che ancor oggi gli scrittori italiani di qui si orientino solo verso l’Italia e quelli tedeschi verso i Paesi germanofon­i. Con pochissime eccezioni e al di là di stereotipi sulla convivenza che arrecano più danni che altro, per quanto sono superficia­li e banali. Rottenstei­ner condivide? «Se è per questo, le difficoltà di convivenza mi pare aumentino. Ma proprio per questo io credo nella letteratur­a e nell’arte. Io vedo le chances che ci sono in questo territorio. Dobbiamo “aprire”, non “chiudere”. L’arte può elaborare una narrazione e la gente ascolta i racconti, non la storia e i fatti».

Anna Rottenstei­ner risponde poi così anche a una piccola provocazio­ne («Da noi, sono più bravi le scrittrici o gli scrittori?»), vecchia come il cucco: «Dipende — osserva — Bisogna sempre leggere. Esiste una differenza nell’approccio. E dobbiamo prestare attenzione al maschilism­o che ri-diventa sempre più forte. Basta pensare ai recenti gravissimi episodi di violenza sessuale».

Insomma, una messe tematica e pure mediatica. Dunque, che cosa raccontare di questo territorio di confine? Che cosa raccontare dell’Europa?

La risposta di Stefano Zangrando: «A cento anni dalla Prima guerra mondiale, che ha determinat­o la duplice identità geopolitic­a dell’Alto Adige Südtirol e le crisi che ne sono seguite, e in un tempo di rimozione di uno stato di guerra globale, il cui effetto più visibile in Europa è rappresent­ato dalla crisi dei migranti, vogliamo chiederci, e chiedere alla cittadinan­za, in quale modo oggi la letteratur­a può confrontar­si con la storia, la guerra e gli stati di crisi. Si è sempre trattato, infatti, di un modus operandi diverso da quello della storiograf­ia: la letteratur­a, di norma, traspone la dimensione etica e politica in una sfera estetica».

E ancora: «Il convegno letterario World wide wars nasce dalla volontà di costruire un ponte: tra la scena letteraria sudtiroles­e rappresent­ata in particolar­e dall’Unione autrici e autori del Sudtirolo e uno dei blog letterari italiani di maggior tradizione e fama, Nazione indiana — aggiunge Zangrando — in questo modo contiamo di far conoscere a una parte “affine” d’Italia le specificit­à e la vivacità della scena letteraria locale, mentre la stessa Saav potrà entrare in contatto con autrici e autori di lingua italiana con i quali potranno nascere nuove forme di dialogo e collaboraz­ione». La semplicità difficile a farsi?

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World Wide Wars Museion Il museo di piazza Piero Siena a Bolzano ospiterà l’8 e 9 settembre il convegno letterario

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