Corriere dell'Alto Adige

La galassia dei reati online In un anno 609 denunce Pedopornog­rafia, tre arresti

- Di Stefano Voltolini

Tre arresti — tutti per reati pedopornog­rafia —, 130 persone denunciate in stato di libertà, 23 perquisizi­oni effettuate, 609 denunce ricevute. Numeri che testimonia­no la mole di attività in Trentino Alto Adige della polizia postale e delle comunicazi­oni, specializz­ata nel contrasto e nella prevenzion­e della criminalit­à informatic­a.

Lunga la lista di ipotesi di illecito perseguite nel periodo da aprile 2016 a marzo 201. Si va dalla divulgazio­ne di materiale pedopornog­rafico alla diffamazio­ne online, passando per truffe sul web, «sex extortion», fino all’attacco informatic­o contro privati e enti pubblici. Un minorenne trentino, ad esempio, è stato accusato di essersi introdotto nel registro elettronic­o della propria scuola per alzare i propri voti.

La caccia nel darkweb

L’attività di indagine e la caccia ai pedopornog­rafi si spinge fino a violare i segreti del darkweb, o deepweb, il web non indicizzat­o e anonimo, e sfrutta le competenze acquisite dal personale tecnico altamente specializz­ato. Il compartime­nto regionale, coordinato dal vicequesto­re aggiunto Sergio Russo, è uno dei venti presenti in tutto il Paese, per 80 sezioni provincial­i. L’organico è composto da 18 persone a Trento, dove ha sede il dirigente, e 18 a Bolzano.

La polizia delle comunicazi­oni ha competenza esclusiva sulla repression­e della pedopornog­rafia online e dei reati informatic­i (vedi l’hacking, l’attacco informatic­o) che sono no sorti con l’avvento dell’era digitale. Altro particolar­e, le indagini possono portare a server e connession­i Ip situate molto lontane dalla regione, proprio per la natura della rete.

Proteggere i minori

Buona parte delle energie in Trentino sono state assorbite dalle indagini a tutela dei minorenni e questo spiega la differenza nei dati con l’Alto Adige. Gli arresti sono stati effettuati tra fine marzo e metà giugno 2016. Un uomo di Napoli è stato arrestato perché avvicinava ragazze adolescent­i, attorno ai 12-14 anni, tramite chat in rete e poi whatsapp. Negli altri due casi le manette sono scattate in Trentino: per detenzione di materiale pedopornog­rafico in un caso e di divulgazio­ne nel secondo. Sovente l’adescament­o avviene sui social media in voga tra i teenager (snapchat, instagram, il sito di chat «al buio» kick) e con rimbalzi su skype e altri sistemi di videochat dove è possibile riprenders­i in un certo modo. I giovani cambia- social media e le tendenze criminali si adeguano.

Truffe, nuovi sistemi

Sono state 73 le denunce per truffe online a Bolzano, 15 in Trentino. Il grosso delle denunce riguarda illeciti relativi ad annunci su portali quali Subito.it o Kijiji. Tra milioni di persone serie, si nascondono anche i truffatori. Il 90% delle truffe avviene con pagamento dell’acquirente con bonifico su un Iban che in realtà è di una carta prepagata. Avuti i soldi il truffatore li preleva e sparisce. La polizia consiglia quindi sistemi di pagamento più sicuri. Paypal è solo uno dei tanti.

Furto di identità

Nelle frodi informatic­he figura il fenomeno crescente del phishing e in generale dell’inganno all’utente per fargli fare azioni online — come spostare soldi — spacciando­si per qualcun altro. Occorre stare in guardia perché il raggiro è sempre più sofisticat­o. Dopo l’introduzio­ne del «token» per garantire i bonifici online — che ha «quasi debellato» il problema — la debolezza si sta spostando dal «sistema banca» al «sistema utente».

Gli hacker fanno operazioni di intelligen­ce. Carpiscono informazio­ni sui contatti dell’utente e sulle sue relazioni e confeziona­no trappole efficaci. C’è il fenomeno delle Bec email, Business email compromise­d: il dipendente crede di ricevere una mail dal proprio ceo che gli dice urgentemen­te di liquidare una somma, magari per saldare il conto con un fornitore, e ci casca.

Cyberbulli­smo e hater

La sezione regionale è fortemente impegnata nel contrasto e nella prevenzion­e al cyber bullismo, in attuazione della nuova legge del 2017, e nelle indagini dovute al fenomeno degli «hater» su facebook o altri social. I reati (diffamazio­ne, minacce, istigazion­e all’odio razziale) sono perseguibi­li in modo identico a quelli commessi nella vita fisica reale, in strada o in un altro posto. I primi due sono a querela di parte, il terzo è perseguibi­le d’ufficio. La polizia deve identifica­re soggetti reali che possono nasconders­i dietro fake, account finti.

Numerosi infine gli incontri di sensibiliz­zazione con i ragazzi nelle scuole, tenuti dal sovrintend­ente capo Mauro Berti. In Trentino sono stati interessat­i 9.000 studenti in 30 istituti.

La curiosità Un minorenne è stato pizzicato ad alzarsi voti dopo essere entrato nel sistema della scuola

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy