La galassia dei reati online In un anno 609 denunce Pedopornografia, tre arresti
Tre arresti — tutti per reati pedopornografia —, 130 persone denunciate in stato di libertà, 23 perquisizioni effettuate, 609 denunce ricevute. Numeri che testimoniano la mole di attività in Trentino Alto Adige della polizia postale e delle comunicazioni, specializzata nel contrasto e nella prevenzione della criminalità informatica.
Lunga la lista di ipotesi di illecito perseguite nel periodo da aprile 2016 a marzo 201. Si va dalla divulgazione di materiale pedopornografico alla diffamazione online, passando per truffe sul web, «sex extortion», fino all’attacco informatico contro privati e enti pubblici. Un minorenne trentino, ad esempio, è stato accusato di essersi introdotto nel registro elettronico della propria scuola per alzare i propri voti.
La caccia nel darkweb
L’attività di indagine e la caccia ai pedopornografi si spinge fino a violare i segreti del darkweb, o deepweb, il web non indicizzato e anonimo, e sfrutta le competenze acquisite dal personale tecnico altamente specializzato. Il compartimento regionale, coordinato dal vicequestore aggiunto Sergio Russo, è uno dei venti presenti in tutto il Paese, per 80 sezioni provinciali. L’organico è composto da 18 persone a Trento, dove ha sede il dirigente, e 18 a Bolzano.
La polizia delle comunicazioni ha competenza esclusiva sulla repressione della pedopornografia online e dei reati informatici (vedi l’hacking, l’attacco informatico) che sono no sorti con l’avvento dell’era digitale. Altro particolare, le indagini possono portare a server e connessioni Ip situate molto lontane dalla regione, proprio per la natura della rete.
Proteggere i minori
Buona parte delle energie in Trentino sono state assorbite dalle indagini a tutela dei minorenni e questo spiega la differenza nei dati con l’Alto Adige. Gli arresti sono stati effettuati tra fine marzo e metà giugno 2016. Un uomo di Napoli è stato arrestato perché avvicinava ragazze adolescenti, attorno ai 12-14 anni, tramite chat in rete e poi whatsapp. Negli altri due casi le manette sono scattate in Trentino: per detenzione di materiale pedopornografico in un caso e di divulgazione nel secondo. Sovente l’adescamento avviene sui social media in voga tra i teenager (snapchat, instagram, il sito di chat «al buio» kick) e con rimbalzi su skype e altri sistemi di videochat dove è possibile riprendersi in un certo modo. I giovani cambia- social media e le tendenze criminali si adeguano.
Truffe, nuovi sistemi
Sono state 73 le denunce per truffe online a Bolzano, 15 in Trentino. Il grosso delle denunce riguarda illeciti relativi ad annunci su portali quali Subito.it o Kijiji. Tra milioni di persone serie, si nascondono anche i truffatori. Il 90% delle truffe avviene con pagamento dell’acquirente con bonifico su un Iban che in realtà è di una carta prepagata. Avuti i soldi il truffatore li preleva e sparisce. La polizia consiglia quindi sistemi di pagamento più sicuri. Paypal è solo uno dei tanti.
Furto di identità
Nelle frodi informatiche figura il fenomeno crescente del phishing e in generale dell’inganno all’utente per fargli fare azioni online — come spostare soldi — spacciandosi per qualcun altro. Occorre stare in guardia perché il raggiro è sempre più sofisticato. Dopo l’introduzione del «token» per garantire i bonifici online — che ha «quasi debellato» il problema — la debolezza si sta spostando dal «sistema banca» al «sistema utente».
Gli hacker fanno operazioni di intelligence. Carpiscono informazioni sui contatti dell’utente e sulle sue relazioni e confezionano trappole efficaci. C’è il fenomeno delle Bec email, Business email compromised: il dipendente crede di ricevere una mail dal proprio ceo che gli dice urgentemente di liquidare una somma, magari per saldare il conto con un fornitore, e ci casca.
Cyberbullismo e hater
La sezione regionale è fortemente impegnata nel contrasto e nella prevenzione al cyber bullismo, in attuazione della nuova legge del 2017, e nelle indagini dovute al fenomeno degli «hater» su facebook o altri social. I reati (diffamazione, minacce, istigazione all’odio razziale) sono perseguibili in modo identico a quelli commessi nella vita fisica reale, in strada o in un altro posto. I primi due sono a querela di parte, il terzo è perseguibile d’ufficio. La polizia deve identificare soggetti reali che possono nascondersi dietro fake, account finti.
Numerosi infine gli incontri di sensibilizzazione con i ragazzi nelle scuole, tenuti dal sovrintendente capo Mauro Berti. In Trentino sono stati interessati 9.000 studenti in 30 istituti.
La curiosità Un minorenne è stato pizzicato ad alzarsi voti dopo essere entrato nel sistema della scuola