Rifugio Lanza, ricordi di guerra
Da Trambileno, «tra ambo i Leni», toponimo comunale che aggrega diverse frazioni, masi medioevali colonizzati da contadini tedeschi, una strada militare sale al pianoro di Giazzera (1.092 m) — la frazione più alta le cui cavità carsiche avevano in passato trovato utilizzo quali ghiacciaie — quindi raggiunge Malga Cheserle che, anche se nell’antico dialetto tedesco significa casara, non è più monticata. Questo itinerario guida a piedi alla malga e da qui al rifugio Lancia sul Pasubio. Imboccate a Boccaldo (633 m) la direzione Pian del Levro (sentiero n.122; falesia d’arrampicata) per località Cheserle; poco distante, a sinistra, un piccolo cimitero di guerra austro-ungarico ricorda come il gruppo del Pasubio fu teatro di combattimenti tra le truppe italiane e quelle dell’impero austro-ungarico. All’inizio della guerra, infatti, il sovrastante Col Santo venne occupato dai militari italiani fino a quando, nel maggio del 1916, gli austriaci — con la celebre Strafexpedition — riuscirono a conquistarlo tramite gallerie scavate sotto a quelle italiane, che fecero poi saltare. Da Cheserle procedete su strada sterrata fino al rifugio Lancia (n. 101), i cui tornanti sono evitabili con scorciatoie (il n. 101 lo potete prendere ancora dalla frazione Giazzera fino a Malga Cheserle, 1.15 ore). Salite attraversando un paesaggio boscoso panoramico sul pianoro dell’Alpe Alba e, superata la radura di Pozza Rionda, arrivate al rifugio (1.825 m; 1.20 ore; 3Bike del Pasubio). Inaugurato nel 1940 dalla Sat intitolandolo a Vincenzo Lancia, il fondatore della nota casa automobilistica quale segno di rinascita, il rifugio è al centro dei pascoli dell’Alpe Pozze ai piedi della cima del Col Santo (2.114 m; palestre di roccia); poco più in alto la chiesetta voluta dal Corpo forestale (1968; aperta domenica). Il sentiero Sat n. 120/ E5 prosegue per la vicina Malga Pozze e il rifugio Papa nel cuore del Pasubio; il rientro ricalca l’andata (2.30 ore).