Corriere dell'Alto Adige

Per un’arte dell’interiorit­à Due estetiche a confronto

- Di Gabriella Brugnara

Agli inizi dell’Ottocento Ugo Foscolo in Zacinto scolpisce l’immagine del «greco mar da cui vergine nacque/ Venere». Nella leggiadria malinconic­a della Venere di Botticelli, fluttuante sulle acque, spinta da Zefiro e accolta a riva da una delle Ore, il mito del Rinascimen­to esplode in tutta la sua carica dirompente.

Ma è al poeta filosofo del De rerum natura che Giuseppe Calliari risale per spiegare la polisemia sottesa a Venere contra Venere. Carla Bertoldi e Annalisa Filippi, la mostra che da oggi e fino al 26 settembre è visitabile a Palazzo Trentini, in via Manci a Trento (chiusa la domenica, sabato 9-12; lun-ven: 10-18).

Calliari, che dell’esposizion­e è curatore insieme a Danilo Curti e Giorgio Speranza, fa riferiment­o infatti all’invocazion­e con cui Lucrezio apre il poema: «Nulla senza di te si affaccia alle spiagge divine/della luce, nulla si riempie di gioia e d’amore» per sottolinea­re come Venere susciti «la vita multiforme», propagando­la in ogni sua manifestaz­ione. «Ma non appena tra desiderio e oggetto si frammette uno spazio, un tempo — osserva il curatore — ecco accadere a Venere una metamorfos­i. Prima semplice, indistinto movimento desiderant­e, tutt’uno con ciò che desidera. Ora due, ora divisa. All’immagine

Adella Venere matrice della vita si sostituisc­e, potremmo dire, un dittico. Venere sta allo specchio, riflette. Venere ora si sa plurale, impulso e rinvio, intuizione e pensiero, gesto e forma, corpo e linguaggio. In una parola, arte».

È in questa prospettiv­a che Venere contra Venere non solo mette in dialogo l’estetica delle due artiste trentine, ma soprattutt­o pone l’accento sul «principio desiderant­e, che già i romantici coglievano come scisso».

In Carla Bertoldi, attraverso «il rito della mano, della penna che trova un ritmo e lo segue con insistenza calligrafi­ca vicina all’automatism­o, incontriam­o la lezione della scuola orientale, lo zen — spiega Calliari — in Annalisa Filippi invece irrompe nella sua consistenz­a e urgenza la realtà nei suoi slanci e nei suoi ripiegamen­ti, nella negatività lasciata deflagrare e così accolta e superata». Nelle tele di Annalisa Filippi le teste sono la traccia figurativa più riconoscib­ile e ossessivam­ente riproposta, come accade, ad esempio, in quelle seriali dei Pensatori o delle Donne palladiane.

I titoli di Carla Bertoldi — Segno su nero, Stratifica­zioni, Separazion­e di campi — restituisc­ono un’idea compositiv­a fortemente intrecciat­a al simbolo. «Certo un’arte dell’interiorit­à in entrambe, non mimetica ma rispondent­e alle dinamiche sotterrane­e, anche dolenti, della psiche» conclude Calliari.

 ??  ??
 ??  ?? Uccello Dietro la maschera si cela un performer a tutto tondo, Marco Bernacchia, musicista e artista visuale
Uccello Dietro la maschera si cela un performer a tutto tondo, Marco Bernacchia, musicista e artista visuale
 ??  ?? Esplorare È l’obiettivo dell’evento che porta i più piccoli sulle tracce dell’uomo preistoric­o trentino
Esplorare È l’obiettivo dell’evento che porta i più piccoli sulle tracce dell’uomo preistoric­o trentino

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy