Amazon Italia, sede targata Stahlbau Pichler
Vetro e alluminio per l’edificio lamellare dai criteri «CasaClima A»
Nuovo appalto prestigioso per l’altoatesina Stahlbau Pichler, che edifica la nuova sede di Amazon Italia. Un edificio lamellare a Milano con un design d’avanguardia e certificato CasaClima A.
BOLZANO Nuovo prestigioso appalto per l’impresa altoatesina Stahlbau Pichler che costruisce la nuova sede di Amazon Italia, in via Monte Grappa a Milano.
Per l’edificio — proprietà Fondo Antirion Global, Comparto Core — la Stahlbau Pichler ha realizzato un sistema di facciata a cellule con costruzione molto rapida che ha consentito di poter posare una media di 18/20 cellule al giorno per un tempo complessivo di montaggio di soli quattro mesi: 8.300 metri quadrati di involucro e 1.550 cellule, una prestazione in termini di trasmittanza termica pari a 1.15 W/m2K, ottenuta attraverso l’ottimizzazione di tutti i parametri. L’edificio, che è in CasaClima Classe A, riceverà la certificazione Leed Platinum.
Caratteristici sono certamente gli elementi frangisole verticali, costituiti da lesene in vetro serigrafato con densità del 50% ed elementi in alluminio.
Si è adoperato un vetro extrachiaro temperato stratificato in alcuni casi posizionando due lastre 10+10 millimetri, in altri casi due lastre 8+8 millimetri, sempre con interposto Pvb rigido nel mezzo. Queste lesene, pur mantenendo costante l’importante profondità di 40 centimetri, si propongono con altezze variabili che raggiungono un massimo di 6 metri.
Allo scopo di creare una sorta di maglia verticale, sono stati inseriti anche elementi frangisole in alluminio, trattato con finitura tipo acciaio lucido. Tali frangisole in alluminio hanno una profondità di 50 centimetri, quindi ancora una volta considerevole, e una lunghezza che arriva fino ad un massimo di 3.60 metri.
Vale la pena notare che, nonostante elementi a cellula molto grandi e frangisole di elevata profondità e carico, Stahlbau Pichler ha operato con un livello di customizzazione molto «spinto» al fine di riuscire a rappresentare in maniera corretta e aderente l’idea architettonica, che prevedeva questa incalzante disposizione di elementi verticali nei due materiali principali, vetro e alluminio, disposti su ampie porzioni vetrate.
Quello che esisteva prima dei lavori in via Monte Grappa era un progetto molto noto a Milano, avanzato ingegneristicamente per gli anni Settanta che però nel tempo era divenuto obsoleto e poco appetibile sul mercato. Per mantenere però il legame con la storia architettonica della struttura, è stata predisposta una serie di elementi verticali, pensata dallo studio Gbpa Architects, che vuole in parte rimanere come una sorta di « memoria» dell’edificio preesistente, sviluppandosi però con un’accezione estetica e funzionale legata alla tematica della trasparenza. Un fattore che dà all’intero intervento un tocco di moderna «classicità», pur sempre all’avanguardia tecnologica.