Il bolzanino Ciacci comandante dei vigili milanesi
Il Viminale accetta il distacco: il vicequestore Ciacci incaricato da Sala
BOLZANO Dopo Luigi Altamura un altro bolzanino sale al comando della polizia municipale di una grande città. Marco Ciacci, bolzanino classe 1971, è stato appena nominato al comando dei vigili urbani di Milano.
Il profilo di Ciacci è molto simile a quello di Altamura. Entrambi infatti sono bolzanini e prima di approdare ai vigili, hanno alle salle una lunga nella polizia.
Ciacci è da poco diventato vicequestore. Per diversi anni è stato al comando della sezione della polizia giudiziaria di Milano prendendo parte in prima persona ad alcune delle più delicate indagini degli ultimi anni.
Laureato in giurisprudenza, nato a Bolzano 46 anni fa, una carriera, finora, tutta all’interno della Polizia di Stato. Dirigente del commissariato «Mecenate» della questura di Milano, Ciacci è stato responsabile, dal 2003 al 2017, della sezione di Polizia giudiziaria presso la Procura di Milano. Entrato in Polizia nel 1989, nel 1995 si è trasferito a Milano, dove ha ricoperto numerosi incarichi e dove, tra le altre cose, ha ideato una sezione specializzata nei reati in danno agli anziani, composta da personale della polizia di stato e della polizia locale.
Parla perfettamente l’inglese, ha cooperato con tutte le forze di polizia, Agenzia delle dogane e Banca d’Italia e, a livello internazionale, con le autorità giudiziarie e di polizia di numerosi Paesi.
Prima di firmare la delibera, la giunta guidata dal sindaco Sala ha dovuto aspettare il via libera del ministero degli Interni. Senza l’ok del Viminale infatti non sarebbe stato possibile il distacco di Ciacci dalla questura a piazza Beccaria. L’indennità annuale di Ciacci sarà di 137.325 euro lordi all’anno, uguale a quello del suo predecessore Barbato, dimessosi in seguito ad uno scandalo su presunti favori.
Nella sua veste di comandante della polizia giudiziaria di Milano, Ciacci è stato anche tra i testi chiave del processo sul «Rubygate» in cui era imputato l’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Ma ha partecipato anche alle indagini, anche internazionali, sulle reti dei jihadisti lombardi e sul crac della Fondazione San Raffaele.
Per portarlo alla guida della polizia municipale — un ruolo chiave in una città come Milano — il sindaco Sala ha utilizzato una norma che prevede che le amministrazioni pubbliche possano distaccare propri funzionari per particolari esigenze organizzative. L’incarico può durare al massimo tre anni.
Solo pochi mesi fa un altro poliziotto bolzanino, Luigi Altamura, era stato nominato alla guida della polizia municipale di Verona città in cui si era trasferito negli anni ‘90.