La Procura: maxi-truffa, il monsignore va processato
Associazione a delinquere, il pm chiede il rinvio a giudizio per Benvenuti
La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per monsignor Patrizio Benvenuti, finito nei guai per associazione a delinquere.
BOLZANO Monsignor Patrizio Benvenuti potrebbe presto affrontare un processo per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e violazione fiscale: per l’alto prelato sessantacinquenne di origini argentine, finito in manette nel febbraio 2016 (ora in libertà, ndr), il sostituto procuratore Igor Secco ha presentato infatti richiesta di rinvio a giudizio. Insieme a lui, davanti al gup, compariranno anche Etienne Benetrix , Fabio Pompei e Pandolfo Pandolfi, tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa.
Il caso che portò all’arresto di monsignor Benvenuti è piuttosto complesso: le numerose truffe a riconducibili all’associazione emersero grazie ad Agnese Colz, un’ex suora dell’ordine della Santa Croce, a Merano, originaria della val Badia. Fu grazie alla sua denuncia che la Guardia di Finanza di Brunico effettuò una serie di controlli sui movimenti bancari e vari investimenti che, alla fine, inchiodarono l’alto prelato, insieme ad un’altra decina di persone. Primo fra tutti, Christian Ventisette, 55 anni, faccendiere francese che era riuscito ad aprire decine di attività a livello mondiale, dagli Stati Uniti alla Francia, dal Belgio alla Svizzera: tra queste, la «Icre srl» con sede in Lussemburgo e l’«Estate Mare» a La Spezia. Le truffe erano per la maggior parte legate al settore immobiliare: i soldi investiti, i risparmi dei truffati. Circa 300 «vittime», tra cui numerosi altoatesini, per un valore complessivo di 30 milioni di euro.
Per Ventisette è stata presentata istanza per un patteggiamento di 2 anni, con la confisca di un immobile a Saint Florent, in Corsica, del valore di oltre due milioni e mezzo e liquidi per 700.000 euro. Oltre al prelato e a Ventisette, sono numerosi i personaggi finiti nei guai in seguito alla scoperta delle truffe: l’avvocato Matteo Cornali, romano, accusato di riciclaggio, che nei giorni scorsi ha patteggiato 1 anno e 3 mesi e ha subìto la confisca di 52.000 euro. Richiesta di patteggiamento, invece, per Christophe De Ferlant Dormer (1 anno e 1 mese), per l’ufficiale giudiziario corso Pierre Paul Filippi (10 mesi, e che ha risarcito vendendo un castello in Francia) e per Vincent Francus Marc Waterlot (10 mesi). Il patteggiamento che ha portato però la Procura di Bolzano a riuscire a recuperare circa la metà del valore della truffa è stato quello della società «Estate mare» di La Spezia, il cui amministratore delegato era Ventisette: la società ha subìto una sanzione di 51.600 euro ma le sono stati confiscati beni per oltre 12 milioni di euro, costituiti da un complesso immobiliare a La Spezia, del valore di 3 milioni e mezzo e da un progetto che avrebbe dovuto realizzarsi a Montepertico, un quartiere di La Spezia, del valore di 9 milioni e 700.000 euro.
È il 1997 quando Benvenuti fonda la «Kepha Onlus», una fondazione che si occupa di investimenti con una particolare attenzione all’aspetto umanitario: nel 2007 nasce anche la «Kepha Invest», in Belgio, per seguire la parte finanziaria del denaro raccolto con la Onlus. Nasce un prodotto di investimento che veniva rilasciato all’investitore con promesse di interesse tra il 6 e il 7% supportate da fideiussioni. I primi anni procedono con la distribuzione degli interessi, ma dal 2014 il flusso termina e i sostenitori pretendono la restituzione delle garanzie. A quel punto, la Colz si rivolge ai finanzieri altoatesini.