Corriere dell'Alto Adige

«Nove anni intensi. La mia eredità? Sempre più apertura verso la gente»

L’auspicio: «Spero che in futuro sia garantita la continuità»

- Sil. Fa.

BOLZANO Sono stati nove anni intensi, che diventeran­no quasi undici alla scadenza anche del suo secondo mandato, quelli che hanno visto Maria Letizia Ragaglia guidare Museion — una fondazione di partecipaz­ione di cui fanno parte la Provincia autonoma di Bolzano e l’Associazio­ne Museion che promuove l’arte contempora­nea dagli anni Cinquanta ai giorni nostri — dalla sua nascita all’affermazio­ne internazio­nale di cui oggi gode.

Ragaglia, quale eredità lascia a Museion?

«Il lavoro che abbiamo portato avanti nel corso degli anni ha avuto un obiettivo primario, ossia quello di rendere Museion sempre più «proprietà» dei bolzanini, aprirlo alla popolazion­e per renderlo patrimonio comune. Lo abbiamo fatto e lo facciamo con l’ingresso gratis agli under 18 e agli over 60, con le aperture del giovedì sera, cercando insomma una fidelizzaz­ione per fare in modo che le persone possano tornare. È ciò che spero continui anche in futuro, pur con l’impronta necessaria­mente personale del nuovo direttore o della nuova direttrice che arriverà».

Qual è stata la vostra ricetta vincente in questi anni?

«Credo che il fattore determinan­te sia stato il lavoro di quadra, il team eccezional­e con cui mi sono trovata a collaborar­e, la cui rete di contatti nazionali e internazio­nali e la cui passione per il proprio mestiere continua a dare frutti riconosciu­ti anche all’esterno».

Che cosa auspica per Museion quando lei non lo guiderà più?

«Personalme­nte spero che possa continuare il percorso di apertura alla cittadinan­za che abbiamo intrapreso, e che Museion continui ad essere la piattaform­a sperimenta­le che l’abbiamo reso, mantenendo un’attenzione particolar­e all’identità internazio­nale di questa realtà che le viene dall’essere nata in questo territorio».

Che cosa risponde a chi contesta lo scarso numero di visitatori del museo?

«I nostri numeri parlano di 50.000 visitatori l’anno. Certo, non siamo il museo di Ötzi, ma non credo che le due realtà possano essere paragonabi­li. Rispetto invece ad altre istituzion­i museali più simili per dimensioni e contesto posso dire che i nostri risultati sono non solo apprezzabi­li ma anche davvero buoni. Non vedo motivo per non essere contenti dei nostri numeri».

Ci contestano di avere pochi visitatori? Abbiamo buoni dati

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