Berlusconi: uniti siamo vincenti
L’ex premier sprona i suoi: il centrodestra è l’interlocutore naturale della Volkspartei
Silvio Berlusconi prima di ripartire da Merano lancia un appello: bisogna rifondare il centrodestra, così sarà in grado di vincere le elezioni. Per recuperare le forze l’ex premiere si è affidato a Chenot. Dopo un primo soggiorno al Palace all’inizio di agosto, Berlusconi è tornato in settimana per tre giorni di cura. «Tornerà» assicura la coordinatrice di Forza Italia, Michaela Biancofiore, felicissima che il suo leader abbia scelto proprio l’Alto Adige per rigenerarsi in vista della battaglia che si aprirà con le regionali siciliane e si chiuderà nel 2018 con le elezioni politiche. Per lei è stata l’occasione di rinsaldare ulteriormente un legame che è sempre stato fortissimo. Berlusconi poi apre alla Stella alpina, di cui si considera «interlocutore naturale». La Lega dialoga con i Freiheitlichen.
BOLZANO Rifondare un centrodestra unito in grado di vincere le elezioni è un’impresa da titani. Per recuperare le forze Silvio Berlusconi si è affidato al mago del ringiovanimento Henri Chenot. Dopo un primo soggiorno all’hotel Palace all’inizio di agosto, Berlusconi è tornato in settimana per tre giorni di cura Chenot e stavolta non è mai uscito dall’albergo. Ieri l’ex premier è ripartito insieme alla sua assistente Licia Ronzulli. «Tornerà» assicura la coordinatrice regionale di Forza Italia, Michaela Biancofiore, felicissima che il suo leader abbia scelto proprio l’Alto Adige per rigenerarsi in vista di una battaglia che si aprirà con le regionali siciliane e si chiuderà nel 2018 con le elezioni politiche. Per lei è stata l’occasione di rinsaldare ulteriormente un legame che è sempre stato fortissimo, non a caso è stata proprio la deputata bolzanina a fare da tramite tra Berlusconi e i giornalisti dei media locali.
Presidente Berlusconi, che cosa le lascia il soggiorno in Alto Adige?
«Questo periodo in Alto Adige mi ha fatto molto bene. La professionalità e la cortesia di tutti i collaboratori dell’hotel Palace di Merano, la bellezza incantevole della natura e dei paesaggi, l’efficienza dei servizi e la cortesia della gente fanno della vostra regione un luogo ideale per riposarsi, ritemprarsi, ricuperare forze per una battaglia che si annuncia durissima. Parlo naturalmente della battaglia per vincere le elezioni politiche fra pochi mesi, ma soprattutto per realizzare quella grande rivoluzione liberale della quale l’Italia ha bisogno. Moltissime persone che ho incontrato anche qui in Alto Adige mi hanno fermato, incoraggiato, pregato di fare qualcosa per il nostro paese. É un dovere morale che sento di avere verso me stesso e verso gli italiani che hanno fiducia in me. Non ho mai lasciato un compito a metà, non lo farò certo stavolta, nella battaglia più importante di tutte, quella per eliminare l’oppressione fiscale, l’oppressione burocratica, l’oppressione giudiziaria e restituire una vera democrazia, una vera libertà e un diffuso benessere al paese che amo».
Parla già da capo del governo, ma anche Salvini intende candidarsi a premier. Sarete alleati o rivali?
«Salvini ed io su questo siamo del tutto d’accordo. Come in ogni sistema democratico, il partito più forte della coalizione indicherà il nome che tutto il centrodestra proporrà come premier dopo aver vinto le elezioni».
E Alfano?
«Non possiamo pensare di allearci alle politiche con un partito che ha sostenuto per anni i governi della sinistra. Altra cosa sono le realtà locali, dove esistono ragioni specifiche: in Liguria e la Lombardia, governiamo con esponenti di Alleanza Popolare, che hanno dichiarato di non sentirsi appartenenti alla sinistra».
Che farebbe se tornasse al governo?
«Ho disegnato personalmente l’albero della libertà, che rappresenta simbolicamente le nostre soluzioni per i diversi problemi dell’Italia. Un albero che ha solide radici nei nostri valori cristiani e liberali, e che porta su ogni ramo le soluzioni che attueremo. Per esempio sul ramo del fisco un frutto si chiama flat tax, l’aliquota unica per famiglie e imprese, a un livello molto inferiore di quello che si paga oggi, soprattutto per il ceto medio. Vi è una quota esente, fino a 12.000 euro, su cui non si pagano tasse. Una proposta molto interessante per un territorio come il vostro, dove lo spirito di impresa è così diffuso».
A proposito di Alto Adige. Il centrodestra qui sembra lontano anni luce dall’unità.
«Come ovunque, anche in Alto Adige dobbiamo rinnovarci profondamente. Io penso a un centro-destra unito ma plurale, nel quale un ruolo trainante avranno i valori cristiani e i progetti liberali che noi rappresentiamo, e nel quale troveranno piena cittadinanza le idee e i contenuti dei nostri alleati della destra. Dobbiamo coinvolgere chi nella vita civile, nel lavoro, nella professione, nell’impresa, nella cultura, nel volontariato ha saputo dimostrare concretezza, rigorosa onestà, capacità di rivolvere i problemi. Mi dicono che ci sono molte figure di questo tipo nella vostra provincia pronte a lavorare con noi. Ovviamente sono i benvenuti. Solo così potremo superare il drammatico distacco che oggi separa i cittadini dalla politica. Naturalmente senza penalizzare chi fra noi ha ben meritato. Con questi criteri ci prepariamo a vincere le elezioni nazionali, e con queste stesse regole ci organizzeremo per e provinciali con l’ambizione di tornare a fare ottimi risultati. Le nostre porte sono aperte anche ad esperienza civiche, purchè coerenti con la nostra storia e i nostri valori. Il centro-destra deve tornare ad essere come in passato l’espressione maggioritaria della componente italiana, e l’interlocutore naturale della Svp».
Nostalgia Anche qui tante persone mi hanno pregato di fare qualcosa di concreto per il nostro Paese
Carroccio Salvini e io siamo della stessa opinione Il partito più forte indicherà il candidato premier di tutta la coalizione
L’Svp però è sempre stata allergica al centrodestra. Crede che sia possibile un’alleanza?
«La vostra regione è storicamente un punto d’incontro di culture diverse, nello spirito della Mitteleuropa. Io non credo negli steccati a protezione delle singole identità, che vanno sì tutelate e valorizzate, ma senza contrapporle une alle altre. Credo invece che si dovrebbe lavorare tutti insieme, altoatesini di lingua tedesca, ladina e italiana, perché il vostro territorio sia davvero un ponte fra il nostro paese e l’Europa centrale. Anche in questo senso, credo che con la Svp si potrebbe collaborare positivamente. Ho in mente un centro-destra plurale, nel quale un ruolo centrale ricopre ovviamente Forza Italia, sulla base dei nostri valori cristiani e i nostri principi liberali, quelli propri della grande famiglia dei Popolari Europei che orgogliosamente rappresentiamo in Italia e della quale del resto anche la Svp fa parte. É una famiglia politica schierata ovunque in alternativa alla sinistra, e in questo senso l’alleanza della Svp con il Pd rappresenta obbiettivamente un’anomalia. Naturalmente ho il massimo rispetto per le libere scelte del la Svp ma sono convinto che, proprio in nome dei comuni valori cattolici e liberali, dovrebbe lavorare con noi per superare divisioni del passato».
La linea Dobbiamo aprirci e coinvolgere chi nel lavoro ha dimostrato concretezza Senza però penalizzare chi di noi ha meritato L’emergenza «Se non si fermano le partenze, la provincia diventerà un enorme campo profughi»
Con l’emergenza profughi si rischia anche un blocco del Brennero. Come intervenire?
«I profughi, cioè coloro che scappano da guerre e massacri, vanno distinti dai migranti economici, e tale valutazione va fatta prima della partenza, in strutture sotto il controllo internazionale. Per questo dovrebbe lavorare l’Europa. Erigere nuovi steccati interni, oltre a violare lo spirito di Schengen, è una logica miope e di breve periodo, che dimostra una sola cosa: l’incapacità dell’Europa di darsi una politica estera e di difesa comuni. Bene ha fatto Michaela Biancofiore a sollevare in Parlamento per prima il tema del progetto austriaco di blocco del Brennero: se si fosse attuato il vostro splendido Alto Adige sarebbe potuto diventare un enorme campo profughi, l’imbuto della marea umana che parte dall’Africa e che spera di raggiungere l’Europa».