Concorso «Busoni», trionfa Krpan
Successo per il ventenne croato. La finalissima tutta nel segno di Beethoven
Il croato Ivan Krpan ha vinto il Concorso pianistico internazionale «Ferruccio Busoni» di Bolzano. Il ventenne, il più giovane dei tre finalisti, ha convinto la giuria, presieduta da Mari Kodama. Il secondo premio è andato al coreano Jaeyeon Won, che ha vinto anche il Premio del pubblico, il terzo è stato invece assegnato alla russa Anna Geniushene. Tutti i tre finalisti hanno eseguito concerti di Beethoven.
Diciamo subito che la giuria del concorso pianistico Busoni, presieduta da una brava e charmant Mari Kodama, ha votato con saggezza. E che la classifica finale (primo il croato Ivan Krpan, poi il sudocoreano Jaeyeon Won, terza la moscovita — ma vive a Londra — Anna Geniushene), è lo specchio fedele delle interpretazioni nella sera della finalissima. Va lodata anche la direzione artistica di Peter Paul Kainrath.
E aggiungiamo che, sia pure legato al riserbo dal protocollo del concorso (uno dei cinque più prestigiosi al mondo su centinaia dedicati al pianoforte, molti però inconsistenti), il giurato italiano Pietro De Maria condivide «il risultato e la classifica, anche se mi chiedo che cosa sarebbe successo con altri finalisti».
Anche Radio3 Suite (Rai) e i due preparati conduttori hanno infine scoperto che sono oltre ventimila, solo in Alto Adige, i ragazzi che studiano musica. Un record italiano (e ci vuole poco), ma anche un dato europeo di rilievo.
Ma, tornando ai «magnifici tre» della finalissima, dobbiamo considerare l’intero percorso, da quando due settimane fa facevano parte della pattuglia dei ventiquattro ammessi alle selezioni. E come si sono comportati durante le audizioni (e le prove libere) dello scorso anno. Quando un’altra giuria, rispetto a quella del concorso vero e proprio, ha ascoltato decine e decine di concorrenti e ha avviato una prima selezione.
Ebbene, detto della bravura del primo e del secondo classificato (che si è aggiudicato anche il premio del pubblico), nelle settimane precedenti è stata soprattutto Anna Geniushene a imporsi. Personalità musicale forte e intensa. E, anche, un carattere che le ha fatto dire l’altra sera come «l’importante fosse partecipare al concorso, aver raggiunto comunque un risultato ragguardevole e soprattutto essermi confrontata con musicisti preparati».
Non solo. Anna si è infortunata al dito anulare sinistro durante le prove con l’orchestra propedeutiche all’interpretazione beethoveniana della finalissima. Ed è stata perciò costretta ad alleggerire l’intensità del tocco sui tasti proprio mentre si giocava il posto in classifica. Intendiamoci: lei non ha svelato nulla e la giuria, ignara del problema, in ogni caso non ne avrebbe potuto o voluto tenere conto nel suo giudizio sovrano. La pianista russa si porta comunque a casa un terzo posto assoluto, il premio della musica da camera assegnato dal Quartetto di Cremona e quello della Junior Jury, cinquanta ragazzi delle scuole di musica.
Resta da dire dell’orchestra Haydn, promossa a pieni voti (per primo il direttore Arvo Volmer) nonostante stia vivendo un non facile momento.