Corriere dell'Alto Adige

Precari, monta la rabbia: «Delusi dal ministero»

Esclusione dalle graduatori­e, i docenti a Roma. «Adesso andremo per vie legali»

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BOLZANO Nei giorni scorsi, una delegazion­e di docenti del «Coordiname­nto delle Gae di Bolzano» si è recata al ministero dell’Istruzione: l’invito rispondeva ad una richiesta di incontro urgente con la Ministra Valeria Fedeli.

«La delegazion­e — racconta il portavoce del coordiname­nto, Enrico Palazzi — ha avuto modo di illustrare ancora una volta al ministero i molteplici aspetti della gravissima discrimina­zione patita dai docenti delle Gae dell’Alto Adige, a seguito del mancato recepiment­o in Provincia del piano straordina­rio di assunzioni, previsto della legge 107 del 2015, la cosiddetta “Buona scuola”, ulteriorme­nte aggravatas­i a causa dell’istituzion­e del nuovo sistema di reclutamen­to dei docenti. Il ministero, nelle persone del vicecapo di gabinetto, Pinneri, e del capo di dipartimen­to per l’istruzione, Chiappetta, pur riconoscen­do il senso delle nostre rivendicaz­ioni, ha fornito significat­ivamente soltanto indicazion­i riguardo al nuovo concorso nazionale che si terrà nel 2018 e al quale anche i docenti delle Gae di Bolzano potranno partecipar­e. Partecipan­do e superando la prova prevista potranno, se è loro volere, lasciare l’Alto Adige e rientrare nel sistema delle regole che vige in tutto il resto del territorio dello Stato».

Come sottolinea la delegazion­e, per il ministero altre misure di intervento non sono state ipotizzate, nemmeno quella di potere partecipar­e alla nuova fase di assunzione nazionale, da cui la Provincia di Bolzano risultava ancora una volta esclusa, anche per la copertura dei posti per i quali nel resto del Paese non si sono trovati insegnanti (si parla di 15.000 posti ancora liberi, ndr). come se la nostra provenienz­a territoria­le rappresent­asse un motivo di deprezzame­nto da pagarsi con raddoppiat­e prove da superare allo scopo di ottenere un lavoro e con mancate tutele da parte dello Stato. Le garanzie costituzio­nali sono, nei nostri riguardi, in questo momento, congelate. L’accordo politico tra Svp e Pd ci tiene di fatto in ostaggio. Come italiani dell’Alto Adige non ci sentiamo più garantiti». «Da ora in avanti — conclude — il problema non tocca più solo i docenti delle Gae della scuola italiana e dei precari, ma tutta la comunità di lingua italiana. Andremo fino in fondo: percorrere­mo sino agli ultimi gradi le vie giudiziali e moltiplich­eremo da subito le nostre iniziative politiche e mediatiche, sia a livello locale che nazionale».

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