Eco-Research, l’avanguardia contro la diossina
Scoperto un metodo innovativo. La giunta provinciale stanzia 1,8 milioni in tre anni
La giunta provinciale ha approvato ieri il finanziamento da 1,8 milioni di euro per tre anni all’istituto di ricerca EcoResearch. Svilupperà metodi innovativi di decontaminare i terreni dalla diossina.
BOLZANO La scoperta, come spesso accade nella ricerca scientifica, è avvenuta in modo casuale. L’ha fatta Werner Tirler, direttore di laboratorio di Eco-Research, studiando un processo fisico-chimico sui fanghi di depurazione delle acque. L’innovativo metodo per decontaminare i terreni dalle diossine costa praticamente un quarto degli attuali 500 euro/mc e su scala ridotta funziona perfettamente. La sfida è ora quella di verificarne l’efficacia grazie a un impianto pilota le cui dimensioni si avvicinino a quelle industriali, per le quali il metodo di Tirler potrebbe diventare una vera manna dal cielo.
Per finanziare questo e un ulteriore progetto relativo alla decontaminazione delle acque di depurazione dagli inquinanti persistenti (ormoni e antibiotici) la giunta provinciale ha approvato ieri il primo finanziamento triennale all’ente di ricerca pubblico, controllato al 100% da Eco-Center — e dunque a sua volta partecipato da Comune di Bolzano (43%), Provincia Autonoma (10%) e soci minori (43%) — e presieduto da Stefano Fattor. L’istituto, che impiega diciotto persone e ogni anno fa segnare un passivo compreso fra i 100 e i 150.000 euro sempre ripianati da Eco-Center, ha ottenuto un finanziamento di 1,8 milioni di euro in tre anni. «Si tratta di un riconoscimento importante, poiché si tratta del primo finanziamento ottenuto dall’istituto, che finora si è sempre sostentato autonomamente svolgendo servizi di analisi ambientali e di laboratorio in conto terzi» spiega il presidente Fattor. Fra i clienti di Eco-Research si contano ad esempio le società private Ilva di Taranto e Italcementi — che acquista dalla società bolzanina lo svolgimento di tutte le analisi legate alla propria attività — ma anche diverse Agenzie per l’Ambiente regionali nonché alcune procure presso i tribunali italiani. Il cliente principale di Eco-Research rimane comunque EcoCenter, società per cui l’istituto svolge le analisi di legge su fumi e diossine. «Si tratta di analisi che per legge sono prescritte due volte l’anno e che noi invece svolgiamo ogni due settimane» prosegue Fattor per sottolineare il livello di monitoraggio del contestato impianto di termovalorizzazione altoatesino.
L’istituto di ricerca, creato nel 2004 proprio con l’idea di diventare un fornitore di analisi per clienti sparsi in giro per l’Italia, diventa così a tutti gli effetti un soggetto riconosciuto a livello provinciale.
Nel progetto relativo alle diossine, che intende sviluppare un impianto HTC, che si avvale cioè del processo denominato «carbonizzazione
Soddisfazione Il presidente Fattor «Riconosciuti finalmente come centro di eccellenza»
idrotermale», Eco-Research ripone grandi aspettative. «Questo sistema, oltre che essere più economico di quello attualmente in uso, ci consentirebbe come Provincia di risparmiare ulteriori 80.000 euro l’anno circa, pari alla spesa necessaria per smaltire le 2.000 tonnellate di diossine prodotte dal nostro impianto di termovalorizzazione, che attualmente vengono spedite in Germania dove vengono stoccate a 800 metri di profondità nelle miniere di sale» conclude Fattor.