Vaccini, la ministra Lorenzin contesta la Regione Veneto L’Asl non teme conseguenze
BOLZANO Gravi ripercussioni all’orizzonte per il Veneto, che con una «moratoria» sull’obbligo vaccinale ha di fatto concesso tempo agli studenti inadempienti fino all’anno scolastico 2019/2020. Un periodo considerato dal ministero forse eccessivo, e sul quale i tecnici della ministra Lorenzin stanno già studiando eventuali appigli per un ricorso al Tar.
Di fatto, anche qui in Alto Adige, nei giorni scorsi, una nota dell’azienda sanitaria annunciava che per l’inizio dell’anno scolastico corrente non ci sarebbero state conseguenze per i bambini non vaccinati e che sarebbe stato sufficiente come «documento di accettazione» in classe una lettera inviata a tutte le famiglie coinvolte. Un minimo di tempo necessario, dunque, per dare modo alle persone inadempienti di ripianare la situazione. L’invio delle lettere, in ogni caso, implica di per sé l’avvio di un percorso con degli appuntamenti fissati per effettuare le vaccinazioni e alcuni colloqui. Non una moratoria, dunque, e non per un periodo così prolungato come in Veneto. Dall’Asl non ci sono quindi attualmente timori che vi possano essere ripercussioni o azioni da parte del ministero, anche perché si tratterebbe, per l’appunto, di una norma transitoria voluta dalla Provincia ma sempre e comunque nel quadro di una completa applicazione della legge nazionale.
Va detto, comunque, che l’Alto Adige resta il territorio con la copertura vaccinale più bassa rispetto al resto d’Italia e che la legge fortemente voluta dalla ministra Lorenzin ha scatenato vivaci proteste, con anche una manifestazione alla quale hanno preso parte diverse centinaia di persone. Conseguenze, dunque, almeno per il momento non ce ne dovrebbero essere ma perfino in Lombardia, dove inizialmente si pensava di concedere un periodo di 40 giorni per le famiglie inadempienti, alla fine si è scelta la linea dura, con termine massimo per essere in regola all’11 settembre.