Primo semestre record per Schenk Italian Wineries
I ricavi crescono del 15%, l’export del 26%. Cala la produzione, ma la qualità rimarrà alta
BOLZANO Ottimi risultati nel primo semestre 2017 per Schenk Italian Wineries di Ora, con un incremento del 15% dei ricavi e del 26% nell’export, nonostante le previsioni non del tutto ottimistiche sulla vendemmia, che dovrebbe fruttare 13 milioni di ettolitri in meno rispetto all’anno scorso. La qualità però sarà comunque elevata, sottolinea l’ad di Schenk Daniele Simoni. Al 30 giugno 2017 Schenk Italian Wineries ha fatto segnare ricavi consolidati pari a 54,7 milioni di euro (+15% sul 2016). In netta crescita anche il numero delle bottiglie vendute (+4%), che raggiungono quota 26,7 milioni di unità. Molto significativi i dati dell’export (+26%), pari a 33,4 milioni di euro.
«L’andamento climatico di quest’anno ha messo in difficoltà la produzione agroalimentare di tutta Europa, quindi non solo quella del comparto vitivinicolo. Abbiamo registrato un calo di circa 13 milioni di ettolitri rispetto al 2016 (da 54 milioni di ettolitri del 2016 a 41 milioni di ettolitri di oggi). Si tratta però di un problema circoscritto ai volumi, non alla qualità, che siamo riusciti a mantenere ad alti livelli grazie a interventi tempestivi e alle importanti escursioni termiche che ci hanno aiutato a preservare l’integrità dell’uva nonostante il caldo precoce» chiarisce l’ad Simoni. Gli scenari alla luce di questa situazione potrebbero essere molteplici. «Il decremento del prodotto a livello europeo potrebbe causare un aumento generalizzato del prezzo dei vini, con conseguente calo dei consumi o ricerca di un nuovo prodotto simile ma più conveniente» spiega Simoni, secondo cui possibili altri problemi al comparto potrebbero venire dall’export: i prodotti italiani, a causa dell’euro forte, potrebbero essere attaccati dalla concorrenza estera dell’Est Europa o della California per i vini bianchi e dell’Australia, Sud Africa o Sud America per i vini rossi.