Corriere dell'Alto Adige

Scalo merci, appello alle Belle arti

Mitterer: «Magazzino sotto tutela». Seehauser gelido: «Gli accordi vanno rispettati»

- Graziosi

Curatorium non si arrende. Dopo il parere favorevole espresso dalla commission­e edilizia per l’abbattimen­to dello scalo merci di via Renon, l’associazio­ne si appella alla Soprintend­enza ai beni culturali. «Esiste un vincolo» — afferma Witti Mitterer. Fortini: «Così si cancella la storia».

BOLZANO «La concession­e edilizia ancora non c’è: la commission­e ha espresso un parere favorevole, è vero, ma non c’è niente di definitivo ancora. È solo la valutazion­e di un progetto presentato dall’amministra­zione provincial­e dal punto di vista urbanistic­o. C’è ancora spazio per agire».

Witti Mitterer, storica rappresent­ante del Curatorium per i beni tecnici e culturali, non ha dubbi: la decisione votata a larga maggioranz­a mercoledì pomeriggio in commission­e edilizia per la demolizion­e dello scalo merci di via Renon, che porta la prestigios­a firma dell’architetto Luigi Negrelli dal 1859, non mette la parola fine alla battaglia che l’associazio­ne sta portando avanti da mesi. Una battaglia per evitare che il capannone venga abbattuto per fare spazio, tra l’altro provvisori­o, per la stazione delle autocorrie­re che deve essere spostata da via Perathoner per permettere la partenza dei lavori del tycoon Benko.

«Ammesso che la concession­e edilizia arrivi, ciò accadrà in un secondo momento. Adesso non c’è nulla di irreparabi­le — prosegue Mitterer — Siamo andati avanti di uno step, ma la partita, di certo, non è ancora finita. Quello che mi preme sottolinea­re è che la salvaguard­ia di questo bene storico non è una battaglia solo di Curatorium, ma di tutti quelli che hanno firmato la nostra petizione, tra cui il Fai , l’ex presidente della Provincia; Luis Durnwalder, i rappresent­anti degli industrial­i che sono stati ascoltati dal presidente Arno Kompatsche­r pochi giorni fa, nei confronti dei quali il Landeshaup­tmann ha avuto un approccio molto cordiale e produttivo». Ma le motivazion­i che portano la presidente di Curatorium a non arrendersi non finiscono qui. «So che su richiesta dell’amministra­zione provincial­e è stato chiesto alla Soprintend­enza di mettere sotto tutela alcuni edifici all’interno dell’areale ferroviari­o, tra cui appunto lo scalo merci Negrelli, che comparireb­be nella lista, dunque, dei “monumenti” da tutelare. Alla base di questa valutazion­e della Soprintend­enza c’è la perizia dell’Unesco». Insomma, per il Curatorium «fin quando le ruspe non saranno in azione si potrà ancora dialogare».

Se per il capogruppo della Svp in consiglio comunale, Sebastian Seehauser, la decisione della commission­e edilizia «rispetta un accordo che era stato preso con Benko» così come per Alberto Sigismondi, di Alleanza per Bolzano, nonostante tutto rammaricat­o in quanto «quella struttura rappresent­a un simbolo per la città e avrebbe benissimo potuto ospitare delle mostre», ad esprimere tutta la propria contrariet­à è la consiglier­a pentastell­ata Maria Teresa Fortini.

«Lo scalo merci andava messo sotto tutela e conservato, integrando­lo al progetto circostant­e — afferma la consiglier­a — Così, invece, si cancella tutta la storia urbanistic­a in nome del cemento e degli affari, esattament­e come si è

Ottimismo Finché le ruspe non iniziano il lavoro, si può ancora dialogare L’alternativ­a Sigismondi: «La struttura è un simbolo Poteva essere salvata per ospitare mostre»

fatto con le Pascoli, con la vecchia cantina di Gries, con il palazzo di via Renon e molti altri ancora. Avrei preferito un sindaco che, invece di farsi immortalar­e con Benko nel cantiere della nuova speculazio­ne edilizia di Gries, conservass­e e unisse la città tra passato e presente, tra memoria e innovazion­e».

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 ??  ?? Storico Lo scalo merci della stazione di Bolzano: è stato realizzato nel 1859
Storico Lo scalo merci della stazione di Bolzano: è stato realizzato nel 1859
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Moderno Il centro commercial­e Twenty in via Galilei a Bolzano Sud

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