Corriere dell'Alto Adige

Gestione privata per l’aeroporto I sindaci si dividono

Caramaschi: valore aggiunto. Bianchi critico

- Clementi

La possibilit­à di rilanciare l’aeroporto di Bolzano, questa volta affidandos­i a un gestore privato, divide i Comuni interessat­i. Il bolzanino Renzo Caramaschi è fiducioso: «L’aeroporto costituisc­e la nostra porta d’accesso per l’Europa. Può essere un facilitato­re di investimen­ti di qualità». Christian Bianchi (Laives) rilancia invece i dubbi sulla presenza della Camera di commercio fra i soggetti interessat­i alla ripartenza. «La mano pubblica uscita dalla porta non può rientrare dalla finestra, l’esito del referendum va rispettato». Nel frattempo continua la difficile trattativa con L’Enac per alleggerir­e i vincoli del piano aeroportua­le. «Attendiamo una risposta da Roma» riferisce Baur.

BOLZANO La striscia d’asfalto dell’aeroporto di San Giacomo unisce i Comuni di Bolzano e Laives, ma solo da un punto di vista geografico. Il giudizio strategico sull’infrastrut­tura continua a dividere le due amministra­zioni, e in particolar­e i sindaci. «L’aeroporto è il nostro accesso verso l’Europa, può attirare investimen­ti di qualità» sostiene il bolzanino Renzo Caramaschi. «L’esito del referendum va rispettato, la mano pubblica deve rimanere fuori e non può rientrare dalla finestra tramite l’impegno della Camera di commercio» insiste l’amministra­tore del centrodest­ra.

A oltre un anno dalla valanga di no che aveva seppellito il progetto provincial­e di rilancio della struttura, nuove speranze si accendono per l’aeroporto del capoluogo. L’avviso esplorativ­o per la nuova gestione dell’infrastrut­tura (al posto della società pubblica Abd) ha suscitato tre distinte «manifestaz­ioni d’interesse», rispettiva­mente da parte di Josef Gostner (Fri-El), Ingemar Gatterer (Sad) e Camera di commercio. Da domani inizierà l’analisi della documentaz­ione presentata, quindi gli interessat­i saranno convocati per un colloquio. Successiva­mente (a inizio 2018) verrà predispost­o il bando vero e proprio, con il quale verrà scelto il futuro gestore.

Gli sviluppi hanno inevitabil­mente riacceso il dibattito su valore e criticità dello scalo di San Giacomo. Caramaschi, da sempre favorevole a un buon funzioname­nto dell’aeroporto, vede positivame­nte le nuove prospettiv­e. «Ero e resto un sostenitor­e dell’infrastrut­tura — commenta il primo cittadino —. L’aeroporto ci avvicina all’Europa, accorciand­o i tempi necessari per raggiunger­e il capoluogo. Lo considero un facilitato­re di investimen­ti. La città continua a sviluppars­i, Bolzano Sud muterà profondame­nte grazie a progetti come il Noi TechPark. A maggior ragione un aeroporto funzionale è prezioso: non tanto per spostare “masse”, ma per attirare investimen­ti intelligen­ti e di qualità».

Rimane invece in trincea Bianchi, già alfiere del comitato «No airport». Il problema sollevato è quello dei soldi pubblici che, secondo il sindaco di Laives, riprendera­nno a confluire nell’opera se verrà coinvolta la Camera di commercio. « Con una mia lettera datata 12 settembre — ribadisce Bianchi — avevo già espresso al presidente dell’ente camerale Michl Ebner tutta la mia contrariet­à a questa iniziativa, a mio modo non coerente rispetto agli esiti del referendum del giugno 2016. In Alto Adige la mano pubblica opera sia direttamen­te, attraverso la Provincia, sia indirettam­ente, attraverso enti e soggetti collegati. A mio modo di vedere, la Camera di commercio di Bolzano, finanziata anche da Palazzo Widmann, non può e non deve essere un soggetto gestore dell’aeroporto, visti gli impegni assunti dalla Provincia all’indomani Del voto popolare». Per Bianchi «non si può far entrare dalla finestra quello che si è buttato fuori dalla porta».

L’uscita di Bianchi suscita varie reazioni. «Il dilemma — nota il consiglier­e del Pd laivesotto Dino Gagliardin­i — riguarda tuttora le finalità del comitato “No airport”, che per taluni significav­a chiusura della struttura, per altri la fine del finanziame­nto pubblico».

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A terra Aerei sulla pista di San Giacomo. I voli di linea si sono interrotti il 17 giugno 2015 con l’ultimo decollo della Darwin Airlines: da allora solo voli privati, charter e militari. Ora si cerca un gestore privato
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